Abate (Camera Commercio Roma): “Abbiamo scoperto una Capitale che non conoscevamo”

Lo rivela uno studio delle Sim telefoniche commissionato dalla Camera di Commercio di Roma. La Capitale, durante il giorno, raggiunge quasi i 5 milioni di persone

Veduta dall'alto del centro storico di Roma

Veduta dall'alto del centro storico di Roma

È spesso considerata come città che non cresce ma Roma, dati alla mano, dimostra il contrario. Non è un nascondere i problemi di una città, ma anzi, comprenderli alla luce di una Capitale che, durante il giorno, ha un numero di presenze che rappresenta quasi il doppio dei residenti.

A rivelarlo è uno una ricerca commissionata dal Camera di Commercio di Roma nel 2020, “La grande Roma”. Grazie ai dati delle Sim raccolti dai gestori telefonici in forma del tutto anonima. Le schede telefoniche riescono ad intercettare meglio gli spostamenti delle persone per un’analisi quasi in tempo reale delle dinamiche di una grande metropoli come Roma.

Pietro Abate durante un convegno sull’Agenda Roma 2030

Lo studio della Camera di Commercio

Il Quotidiano del Lazio ha intervistato Pietro Abate, Segretario Generale Camera di Commercio Roma, che ci ha spiegato da dove nasce questo studio. “La ricerca, “La grande Roma”, è stata condotta su dati pre-pandemia, anche se la ricerca nasce nel periodo pandemico”, ha affermato. “Abbiamo volutamente preso dei dati grazie ai gestori telefonici e in forma del tutto anonima, nel pieno rispetto della privacy”.

“Volevamo analizzare una tematica principale: dal censimento del 1990 in poi emergeva che Roma dal punto di vista anagrafico non cresce. È un elemento che stonava rispetto ad una città che in questi ultimi 30 anni si è espansa molto, sia visivamente ma anche guardando il Registro Imprese della Camera di Commercio, che è l’anagrafe delle imprese, ci risultano diverse centinaia di migliaia di imprese. Stiamo parlando di 500mila nella provincia di Roma, di cui il 90% all’interno del Comune. C’era qualcosa che non ci tornava. Abbiamo fatto questo studio sui telefonini e abbiamo fatto un’osservazione di sei mesi nel periodo pre-pandemico proprio per evitare elementi di alterazione. Sono emersi tanti elementi interessanti”.

Quali sono i dati più significativi? Oltre 3,3 milioni di residenti

“Per prima cosa, tutti i valori riguardanti le presenze, a qualsiasi titolo, sono sottostimati: c’è molta più gente a Roma di quello che dicono le statistiche ufficiali. Ciò non significa che le statistiche ufficiali siano sbagliate, ma che ora ci sono degli strumenti che riescono a filtrare meglio i dati per ottenere dati più puliti e accurati.

Come detto, Roma è molto più grande di quello che ci dicono i dati ufficiali. A partire dai residenti, ossia le persone che per dormono a Roma 5 notti a settimana per 6 mesi consecutivi. Secondo la nostra ricerca effettuata con le Sim risultano 3,3 milioni di persone. All’anagrafe risultano 2,8: mezzo milione in più, l’equivalente di una città più grande di Firenze”.

City Users: pendolari, turisti e visitatori

“Dopodiché il dato sui City Users, coloro che utilizzano la città oltre ai residenti. I pendolari ad esempio, coloro che arrivano la mattina nella Capitale e se ne rivanno la sera, che frequentano Roma almeno 15 giorni al mese. Sono circa 420mila persone al giorno e sono figure che utilizzano molto i servizi della città.

Poi ci sono i turisti, circa 230mila al giorno, di cui il 51% stranieri e il resto provenienti dall’Italia. Questo dato è molto importante perché ci consente di rivedere il dato delle presenze turistiche, che si calcolano per notte. Se un turista fa mediamente tre notti vale come 3 presenze. Facendo i calcoli arriviamo a 77 milioni di presenze, contro i 46 ufficiali. Questo perché, dai numeri ufficiali, non viene considerata l’offerta turistica legata ai B&B, alle case vacanze e al turismo religioso, cose rilevabili con le Sim.

I visitatori abituali e occasionali. Quelli abituali sono i cittadini italiani che dalle 2 alle 14 volte al mese vengono a Roma anche senza pernottamento. In media sono 470mila persone al giorno, più dei pendolari. Quelli occasionali, che vengono un giorno al mese, sono circa 220mila. In pratica i dati ci dicono che ogni giorno a Roma, ci sono almeno 4,5 milioni di presenze, numero tra l’altro sottostimato che può facilmente salire a 5. Questo ci dice che è una città quasi raddoppiata rispetto ai dati ufficiali, una città che cresce dal punto di vista demografico, che ha dei servizi che andrebbero calibrati per questo numero”.

Pietro Abate accanto alla statua di Vibia Sabina, moglie di Adriano, all’interno del Tempio che porta il loro nome ed è sede della Camera di Commercio di Roma

Pendolarità fuori Regione e fuori Roma

“Ben 13.640 pendolari arrivano dalla Campania. È un dato che non mi sorprende: Roma ha una straordinaria capacità attrattiva, con un’impronta sociale ed economica molto più ampia di quella ‘geopolitica’. Poi con l’alta velocità Napoli (da cui provengono 5700 persone) è molto più vicina a Roma di quanto pensiamo, anche se è la Campania in generale, perché da Caserta sono 3100 pendolari, da Salerno 2500. Dall’Abruzzo provengono 7500 persone al giorno.

I pendolari provengono per la stragrande maggioranza dai comuni contermini, che spesso additano Roma come una città che crea problemi ai comuni vicini, ma in realtà è una grande opportunità per questi comuni, vengono a Roma per lavorare e ottengono reddito che di conseguenza riportano nei loro comuni. Tra questi comuni ogni giorno vengono da Ciampino 24mila pendolari, Fiumicino e Marino oltre 20mila, Albano Laziale e Tivoli intorno alle 10mila. Ogni giorno dalla provincia di Roma arrivano in città 285mila pendolari”.

Ci sono quartieri con spostamenti rilevanti all’interno del Comune?

Il centro storico è molto interessante. È vero che si sta spopolando, ma molto meno di quanto pensiamo. Il I Municipio, che risulta avere 167mila persone residenti ufficiali, secondo la nostra ricerca ne ha 221mila ma addirittura come presenze medie giornaliere, considerando tutti – visitatori, pendolari e turisti – arriviamo a un milione tutti i giorni. Oltre 4 volte rispetto al dato anagrafico. Il Municipio IX, Appio Latino-Cinecittà, ha 305mila residenti anagrafici quelli sostanziali più o meno gli stessi, ma per le presenze giornaliere arriva a 640mila, il doppio. Idem l’EUR, che passa da 283mila residenti a 508mila presenze giornaliere. In questo gioco ci sono anche i romani che si spostano, ma i dati ci restituiscono la pressione giornaliera sui quartieri. Quasi tutti i quartieri aumentano in maniera sostanziale, con poche eccezioni come il VI Municipio, che aumenta di pochissimo e arriva a 355mila presenze”.

Da dove provengono i turisti stranieri?

“Come detto, dei circa 230mila al giorno, il 51% sono stranieri, ma un dato che stupisce è quello relativo alla nazionalità dei turisti stranieri. In testa in questa classifica non ci sono né USA né Cina ma la Gran Bretagna: gli inglesi amano Roma. Nell’ordine le nazioni più rappresentate sono appunto Gran Bretagna con 30mila, Cina con 23mila, USA e Germania con 20mila presenze.

Un altro dato significativo è che Roma è una città estremamente accogliente, che ospita tutto e tutti. C’è sì una forte presenza straniera, ma non ci sono ghetti o quartieri con una nazionalità dominante. A differenza di altre capitali europee, non ci sono i corrispettivi delle China Town”.

Sulla base di questa ricerca, cosa ne possiamo ricavare per lo sviluppo della città?

“Roma ha dei servizi che non sono all’altezza non solo per i problemi già noti, ma anche perché sono calibrati male, su un numero sottostimato di persone. Se non si trova parcheggio, se i mezzi pubblici sono sempre pieni, c’è traffico, è perché la città è pensata per numero di persone diverso. Così come la raccolta dei rifiuti. Con questi dati si possono fare considerazioni anche più generali, ad esempio i trasferimenti statati, quanto lo Stato investe per le città rapportato alla popolazione, sono troppo bassi. O il numero dei parlamentari: 500mila persone in più vuol dire che dovrebbero esserci una decina di parlamentari in più per la città di Roma.

Vogliamo metterla sempre in termini costruttivi: gli italiani (e non solo) amano molto di più Roma di quanto sembri. Nel mondo c’è una grande immagine del Made in Italy, ma c’è un marchio che batte il Made in Italy, e quel marchio è Roma. C’è una proposta, un tema dibattuto da anni, di poter dotare Roma di poteri e funzioni più forti, più adeguate alle sfide e ai numeri che ha. In questo momento il sindaco di Roma ha quasi gli stessi poteri di qualsiasi comune italiano. I problemi di Roma sono talmente grandi che hanno bisogno di poteri e funzioni adeguati. Com’è tra l’altro capitato in tanti altri contesti europei, che hanno rafforzato i poteri della propria città capitale.

Offriamo questi dati e la nostra collaborazione come spunto di riflessione a tutte le forze economiche, sindacali, politiche, che hanno il compito di saper leggere e interpretare questi dati. Il problema non è trovare il dato ma capire cosa dice e a cosa serve”.

Con il Covid questo dato se e come cambierà?

“È presto dirlo, in realtà stavamo tornando alla normalità ma la situazione allo stato attuale è particolare, anche se non sono state riadottate misure restrittive particolari. Aspettiamo che la polvere si posi per fare un’altra rilevazione e capire la situazione post-pandemica. La nostra impressione è che il Covid ci abbia cambiato profondamente, e quindi il ritorno esatto alla situazione precedente è improbabile. Le sorprese però sono sempre possibili. Rimane il fatto che Roma è una città molto reattiva con grandi energie e risorse.

Questa ricerca “riscatta” Roma, considerata spesso come città che non cresce demograficamente. Non è così. Roma è una città vivacissima, molto più dinamica di quello che si pensi. La nostra è una specie di operazione-verità, quando Roma viene attaccata e nessuno la difende. Sono proprio i romani a doverla difendere di più. Non si vogliono nascondere le criticità, ma ci sono tanti aspetti positivi da dover rimarcare per fare un bilancio. Roma è una città vivissima all’interno che fa parlare di sé anche all’estero”.