Albero caduto a Piazza Venezia: la versione ufficiale di Daniele Diaco

Albero caduto a Piazza Venezia: un tragedia sfiorata. L’intervista a Daniele Diaco, presidente Commissione Ambiente Roma Capitale

Albero caduto a Piazza Venezia

Albero caduto a Piazza Venezia

Il 27 luglio a Piazza Venezia, nei pressi del capolinea degli autobus, un pino marittimo è caduto su una vettura, all’interno della quale vi era una donna, trasportata al pronto soccorso in codice giallo. Un episodio molto grave e non raro nella Capitale, che riporta alle cronache il dibattito sulla sicurezza e salute del verde di Roma. Ne abbiamo parlato con Daniele Diaco, presidente Commissione Ambiente di Roma Capitale.

Albero caduto e pini marittimi: quasi tutti alla fine del loro ciclo di vita

“Per quanto riguarda le alberature verticali non è mai una buona notizia sul loro stato di salute quando cade un albero a Roma. In questa città le alberature sono circa 330 mila e la maggior parte a fine ciclo vita, soprattutto per quanto riguarda i pini marittimi, i quali oggi sono spesso da abbattere. Questo è uno dei motivi più importanti della caduta. Un altro motivo molto serio riguarda le radici, infatti se un albero è stato reciso, il fusto muore e la pianta crolla. Quello che è accaduto a Piazza Venezia: in questo caso la pianta è stata colpita da un fungo interno non visibile all’esterno da occhio umano, né tramite strumentazioni.

Inoltre questo albero è stato interrato per 70 centimetri dieci anni fa e questo ha comportato il danno di cui parliamo. Si tratta di situazioni rare e purtroppo non previste. È intervenuto il servizio giardini per controllare gli alberi nelle vicinanze ed eseguire potature”.

Eppure i pini vivono anche fino a 250 anni nelle pinete o nei boschi…dunque le condizioni di salute di queste piante non sono buone?

“Certamente gli alberi nel loro habitat vivono più a lungo. Soprattutto se sono autoctoni. Poi certo dipende anche dalle specie. Molte specie sono alloctone a Roma. La durata della vita si accorcia di molto in città perché l’apparato radicale non riesce ad espandersi e ad assumere le risorse idriche di cui ha bisogno. Inoltre il taglio delle radici che avviene spesso per eseguire lavori, comportano danni alla pianta. Le piante in città vivono insomma di meno“.

Ieri solo manutenzione, oggi progettazione del verde

“Ricordo che ci fu un appalto di due milioni e mezzo sul monitoraggio di 80mila alberi, mai fatto però. Il monitoraggio da molti anni non veniva eseguito e oggi abbiamo una gara di 50mila euro che abbiamo lanciato per eseguire monitoraggio e Vta per verificare se la pianta è stabile o meno. Ricordiamo anche 5 milioni di investimento per il verde verticale. L’amministrazione però ha pensato di fare un accordo quadro per 20 milioni che darà respiro a gestione e manutenzione. Anche qui si guarda al futuro del verde della capitale. Prima si interveniva solo con servizio giardini, oggi si fa invece un a programmazione per il futuro. Ricordiamo poi l’assunzione di 100 giardinieri. Oltre ai 39 milioni nell’accordo quadro anche 40 milioni e più per verde orizzontale. Quindi, quello che noi stiamo facendo, nella storia di Roma non è mai stato fatto“.

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