Spari sul set di Alec Baldwin: esperto d’armi spiega cosa è potuto succedere

Set cinematografico a Santa Fe: le armi di scena hanno sparato non a salve ma con un munizionamento reale. Come è potuto accadere?

Arma modificata

Un Ciak drammatico a Santa Fe, durante le riprese di un film con Alec Baldwin protagonista. Un morto e un ferito grave, questo il bilancio di una scena che doveva essere cosi solo nella fantasia delle riprese. Purtroppo ancora una volta (il caso precedente fu quello di Brandon Lee, figlio del più noto Bruce) le armi di scena hanno sparato non a salve ma con un munizionamento reale. Un probabile errore della Produzione ha fatto si che nella camera di cartuccia del revolver entrasse una munizione vera e propria e non a salve come è di solito in questi casi.

Ma come è potuto accadere?

Per ovvi motivi di realismo sul set cinematografico si usano armi vere e non repliche come molti credono, ma ovviamente il funzionamento delle stesse è possibile solo con le munizioni a salve. In particolare negli USA si può, per scene particolari, impiegare munizionamento vero, esclusivamente quando si colpiscono bersagli inermi, tipo Lastre di Vetro, taniche di acqua, o automobili. Da qui la riflessione sulle eventuali cause dell’incidente.

Uno scambio di cartucce?

È molto probabile, vista la similitudine tra munizioni vere e quelle a salve, che a volte vengono anche “truccate” per sembrare più simili alle inquadrature. Non sarà certo facile per gli investigatori dare una risposta a un dramma del genere, che segnera per sempre la vita di Alec Baldwin.

E in Italia? 

Da noi le cose sono ben diverse. Il munizionamento reale è bandito dai set cinematografici per legge e le stesse armi (vere anche qui) hanno delle modifiche tecniche che consentono il funzionamento solo ed esclusivamente con cartucce a salve. Il tutto è ribadito da una legge del 1978 e da una circolare del Ministero degli Interni del 2014, in cui sono chiaramente spiegate le modifiche da attuare alle armi di “Scena”. Una barra di 3,4 mm di diametro in acciaio, all’interno della canna, saldata in maniera permanente, ad occludere parzialmente la canna. Un “tappo” d’acciaio forato in volata per rafforzare il tutto. In più la “Supervisione” del Banco Nazionale di Prova (organo competente dello Stato) che verifica la bontà delle modifiche apportate. Con questi accorgimenti l’uso di armi vere sul Set diventa molto più consapevole e sicuro, tant’è che non si sono mai lamentati incidenti di sorta.

Massimiliano Burri, iscritto al Tribunale Penale di Roma in qualità di Perito Balistico ed esperto di armi

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