Alla ricerca dell'”interesse” perduto

di Luca Balzarotti

Correvano gli anni 90: l’inflazione alle stelle e i rendimenti dei titoli di stato si attestavano a 2 cifre. Apparentemente noi Italiani eravamo contenti; il boom economico – oramai alle spalle – veniva ampiamente compensato dai buoni rendimenti riconosciuti dagli Istituti di Credito sia sulla giacenza libera dei conti correnti sia dagli elevati rendimenti dei titoli di stato collocati (bot – cct – btp).

Ma qualcosa stava cambiando e noi, senza averne piena consapevolezza, continuavamo a concentrarci su “false“ certezze; andavamo in Banca e la nostra attenzione si focalizzava sull’interesse creditore che ci veniva proposto e, non contenti, usavamo l’arma del ricatto “minacciando“ – sempre dopo aver parlato con il nostro Direttore di Filiale – di trasferire i nostri risparmi altrove dove ci – a questo punto ingenuamente – prospettavano remunerazioni più alte che ci rendevano inconsciamente felici.
Però il mondo stava cambiando, a anche velocemente. Non volevamo accettare e capire che, in fondo, che quelle poche lire/euro che ci davano non compensavano assolutamente la situazione economica, l’aumento dei prezzi al consumo, il famoso paniere di riferimento che determinava il reale costo del denaro.

Ora il mondo ha invertito la rotta di 180° e noi, seppur con estrema difficoltà, iniziamo ad avere la chiara e corretta percezione della vera “realtà dei fatti“. Il famoso e oramai perduto interesse creditore non è più la determinante dei nostri risparmi; dobbiamo mettere in campo altre visioni, altri approcci che ci potranno portare a gestire meglio i nostri risparmi, frutto di sudore della nostra fronte, e che siamo disposti a tutelare ad ogni costo.
E le Banche questo lo sanno e si stanno – seppur con lentezza e tra non poche difficoltà – allineando alle reali esigenze del proprio mercato di riferimento; stanno nascendo una serie di prodotti che sempre più curano gli aspetti che a starci più a cuore; fioriscono pacchetti che includono operazioni forfettarie, carte di credito, prestiti personali, investimenti etc. etc. e che sempre più, grazie ad una attenta e reale competizione si avvicinano alle nostre esigenze e alle nostre necessità.

La consulenza che ci viene riservata quando – ancora in punta di piedi – ci avviciniamo ai nostri interlocutori bancari diventa prioritaria e fondamentale; e ogni cliente – in base alle proprie peculiarità – viene guidato e consigliato con l’unico fine di soddisfare le proprie aspettative.
E seppur – con estrema cautela ma senza decelerazioni – ritengo che la gestione dei nostri risparmi debba andare di pari passo con questo cambiamento, cambiamento volto a meglio definire e ottimizzare le nostre reali esigenze di tutti i giorni, modulando e in alcuni casi ribaltando atteggiamenti che fanno parte del nostro passato e che non sono più aderenti alla realtà di tutti i giorni.
E anche questo vuol dire essere protagonisti del nostro cambiamento e non subirne – come accaduto nel passato – gli effetti in alcuni casi devastanti.

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