Amatrice, il sindaco Palombini: “Vogliono scipparci l’amatriciana”

“L’amatriciana non è di Rieti, ma è di Amatrice, ricetta secolare inventata dai nostri pastori…”

“La comunità amatriciana ieri ha dovuto assistere ad una indegna iniziativa, un vero e proprio tentativo di scippo di ciò che Amatrice ha di più prezioso, patrimonio secolare lasciato in eredità dai nostri avi, un volano per la ripartenza della città dopo un sisma così distruttivo: l’amatriciana. Sono indignato, così come lo sono i miei concittadini, ieri quando ho letto il comunicato stampa di Guido Colasanti, Presidente della Copagri Lazio, promotrice dell’iniziativa commerciale "Amatriciana 100% RIETI", assieme al Consorzio Prodotti Tipici di Rieti, sono rimasto senza parole.” 
 
Lo afferma il Sindaco di Amatrice Filippo Palombini a seguito del comunicato stampa della Copagri Lazio che definiva la giornata di ieri, di lancio del nuovo prodotto commerciale "Amatriciana 100% Rieti"…una giornata storica per Rieti e per tutto il territorio reatino, che potranno fregiarsi di una ricetta tipicamente locale realizzata al 100% con ingredienti certificati del territorio. Abbiamo finalmente un prodotto autoctono che ci consentirà di aiutare i tanti produttori e le aziende della Piana di Rieti in termini di visibilità, ma anche di reddito, e per consolidare l'importanza del primario e del tessuto produttivo della provincia".
 
"Quelle di Colasanti sono parole veramente offensive per la nostra comunità" prosegue Filippo Palombini "lo invito ad approfondire le sue conoscenze storiche sulla ricetta dell’amatriciana, perché l’amatriciana NON è di Rieti, ma è di Amatrice, ricetta secolare inventata dai nostri pastori che utilizzavano quegli ingredienti semplici durante la transumanza, pastori d’ABRUZZO i nostri avi, eravamo nella provincia dell’Aquila, e non certo nella Piana reatina. Non è la prima volta, e non sarà l’ultima, che il Comune di Amatrice si trova costretto a difendere la sua ricetta tradizionale per la quale è stato definito un disciplinare di produzione e riconosciuta la Denominazione Comunale De.Co., una ricetta per la quale si è anche in attesa del riconoscimento del marchio comunitario STG. Chiediamo rispetto!

Rispetto per le nostre tradizioni, rispetto della nostra storia e della nostra cultura, rispetto per una comunità ferita che ha visto distrutta la propria città e che proprio non dovrebbe assistere ad operazioni predatorie di questa specie. Non si pensi, giù nella Piana reatina, che siccome qui ad Amatrice abbiamo già tanti problemi da affrontare sia possibile far passare sotto silenzio, e a nostro danno, uno scippo di questa portata. La comunità amatriciana è unita e difenderà la sua ricetta tipica in ogni sede!”- aggiunge il Sindaco di Amatrice: "Se a Rieti avessero avuto il coraggio di chiamare con il giusto nome questo nuovo prodotto, se avessero correttamente avviato le dovute interlocuzioni con il comune di Amatrice per condividere alcuni aspetti nella realizzazione dell’iniziativa, se avessero voluto chiedere l’utilizzazione della denominazione comunale De.Co., dato che due dei produttori degli ingredienti a base di questo prodotto in vendita si fregiano già di tale sigillo …nessuno avrebbe avuto da ridire".

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E conclude: "Quanta solidarietà dal mondo dell’agroalimentare e della gastronomia si è mossa in favore di Amatrice dopo il sisma, quanti agricoltori, cuochi, ristoratori hanno partecipato nel darci sostegno? Quante amatriciane di solidarietà sono state fatte in tutte le piazze d’Italia per sostenere Amatrice? Come rendersi utili dopo un evento disastroso di questa portata se l’è chiesto tutto il Mondo tranne quegli Enti del Lazio e di Rieti che avrebbero dovuto starci più vicino, la Copragri Lazio e il Consorzio Prodotti tipici di Rieti hanno risposto così, invece, con l’amatriciana 100% Rieti. Verrebbe da chiedersi come dare torto a chi da anni chiede di tornare in Abruzzo, la terra dei nostri pastori." 

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