Angelo Stazzi condannato all’ergastolo

L’infermiere di Montelibretti è accusato di aver ucciso sette anziani ricoverati nella casa di riposo “Villa Alex”

La Terza Corte di Assise ha condannato Angelo Stazzi, l' infermiere di Montelibretti accusato di aver ucciso sette anziani ricoverati nella casa di riposo "Villa Alex" di Sant' Angelo Romano, alle porte di Roma. La sentenza riguarda cinque dei sette omicidi di cui era accusato. Stazzi negli anni tra gennaio 2008 e ottobre 2009, avrebbe somministrato dosi massicce di insulina in soggetti non diabetici,  provocandone la morte e  per due casi specifici, di psicofarmaci. Sia Stazzi che Villa Alex sono stati condannati a risarcire i danni da liquidarsi in sede civile.

La difesa di Stazzi aveva chiesto l' assoluzione: "Il pregiudizio è l'elemento sul quale è stato costruito tutto; è un processo che è nato ed è rimasto senza movente" e la conclusione non può che essere "l'assoluzione con la formula erché il fatto non sussiste", aveva detto l'avvocato di Stazzi, Cristiano Conte rivolgendosi alla III Corte d'assise di Roma. 

Angelo Stazzi era in galera dal 2010,  ovvero da quando la Corte d' Assise di Roma lo ha condannato per l' omicidio e l' occultamento di cadavere di una  sua collega, la signora Maria Teresa Dell' unto, avvenuto il 29 marzo 2001.  Angelo Stazzi era già stato condannato per l'omicidio di una collega, Maria Teresa Dell'Unto, avvenuta il 29 marzo 2001. Il delitto avvenne al termine di una lite tra i due per questioni economiche. La donna, infermiera anche lei, e che forse a  Stazzi  era legata da un rapporto sentimentale, aveva prestato in diverse occasioni soldi a Stazzi, un amico di vecchia data.

Dopo una serie di richieste e continue di porestiti in denaro la signora Dell' Unto decise di dire basta e a quel punto, probabilmente al termine fi una lite furibonda, la uccise e ne occultò il cadavere seppellendola proprio a casa sua, a Montelibretti, dove rimase per dieci anni fino a quando nel 2010, dopo la riapertura del caso Dell' Unto e l' arresto dell' infermiere, i RIS ne ritrovarono i resti proprio grazie alla confessione dell' inermiere.

Nel 2010 da Regina Coeli, Stazzi aveva scritto una lettera ai suoi concittadini di Montelibretti pubblicata sul giornale "Piccola Città": " Concittadini perdonatemi, non sono il mostro che  giornali e TV vogliono far credere. Non sono capace di far male a un cane, figuriamoci a una persona".

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