Anzio, il sindaco scrive al prefetto e ironizza sul governo

Il sindaco De Angelis scrive al prefetto chiedendo di risolvere il problema di ordine pubblico sul territorio

Pare che il sindaco di Anzio abbia recepito l’invito, a lui rivolto, di attivarsi nell’ambito dei poteri riconosciutigli dalla legge per arginare il dilagare di episodi di delinquenza che stanno esasperando la popolazione di alcuni quartieri della cittadina neroniana. Negli scorsi giorni il verificarsi di tutta una serie di episodi ai danni di cittadini inermi e della collettività hanno portato i cittadini e l’associazione Patto del Popolo a lanciare un appello a De Angelis perché, richiamato ai suoi compiti e doveri istituzionali oltre che al programma elettorale, fosse parte attiva nella soluzione di quelli che sono problemi profondamente avvertiti dalla popolazione. La risposta del sindaco non si è fatta attendere e, da quanto si apprende, il primo cittadino avrebbe scritto al prefetto chiedendo di prendere misure atte a scongiurare il verificarsi di nuovi episodi di microcriminalità.

Fin qui tutto bene se non fosse che De Angelis, forse, trascura una circostanza non di poco conto ossia che non basta scrivere al prefetto una lettera pensando di aver risolto il problema e sentirsi, così, assolto dall’opinione pubblica pensando di aver fatto tutto il possibile per garantire alla cittadinanza tranquillità e sicurezza. Il sindaco, infatti, in qualità ufficiale del governo esercita i suoi poteri di intervento in materia di sicurezza e incolumità pubblica dove per incolumità pubblica si intende l’integrità fisica della popolazione (nel caso di specie messa a rischio da frequenti atti denunciati dai mezzi di stampa) e per sicurezza urbana un bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa del rispetto delle norme che regolano la vita civile per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani.

Quali atti e misure il sindaco De Angelis abbia messo in atto, a parte la lettera scritta al prefetto, per garantire quanto oggetto di tutela da parte sua, non ci è dato saperlo e se caso mai lo avesse fatto è evidente che i fatti denunciati svelano l’inadeguatezza degli eventuali provvedimenti. Il sindaco, d’altronde, è il motore e gestore della disciplina posta a tutela del decoro di particolari luoghi come, una per tutte, le aree interne delle infrastrutture ferroviarie riguardo alle quali non mancano sia gli episodi di violenza ma anche di degrado evidenziate o dalle forze dell’ordine o dagli stessi cittadini (non da ultimo sangue diffuso forse risultato di rissa o aggressione all’interno della stazione ferroviaria).

Chiaramente l’operare in sinergia con le forze dell’ordine e in concerto con prefetto e questore, pur se dovuto, non esime il sindaco dalle sue competenze e dall’esercizio dei suoi poteri. De Angelis, tra l’altro, si è distinto per un altro particolare che riguarda la decisione del governo di chiudere le scuole per l’emergenza coronavirus; il primo cittadino, in affermazioni apparse sui social, nel “deridere” Di Maio si abbandona a considerazioni che denotano una evidente caduta di stile sia per il particolare momento e sia per il suo ruolo non di semplice cittadino; immediata la reazione della Pollastrini, membro dell’opposizione, la quale così si è espressa: “Questo è il sindaco di Anzio. In un momento in cui il compito del primo cittadino è quello di veicolare tutte le informazioni provenienti dagli organi competenti e di controllare che tutti rispettino le prescrizioni, il nostro sindaco innesca una stucchevole e inutile polemica politica. Veramente un grande senso delle istituzioni.” Per ora dalla città di Nerone, non essendo necessarie ulteriori notizie, è tutto a parte il fatto che il fair play dovrebbe essere al centro di ogni comportamento civile improntato al rispetto altrui.

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