Categorie: Cronaca

Anzio, salvo il museo dello sbarco; e quello archeologico?

Dopo il nostro articolo, dei giorni scorsi, che ha messo in luce una conclamata e possibile ipotesi che Anzio perdesse il museo dello sbarco per problemi legati all’assegnazione di nuovi locali, da parte dell’amministrazione comunale, sembra che si sia messa in moto la macchina amministrativa e burocratica del comune per evitare che si verificasse la ventilata ipotesi di trasferimento del museo a Nettuno. Ancora una volta tra i difensori d’ufficio della giunta De Angelis, che a spada tratta difendono l’attuale amministrazione a prescindere dal loro ruolo e dalla loro competenza oltre che cognizione di causa, e coloro che rischiano di soccombere dinanzi ai meccanismi politici, amministrativi e burocratici, sembra che l’intervento della stampa, diretto a mettere in luce determinati fatti, sia stato risolutivo per salvaguardare uno dei fiori all’occhiello di Anzio, per altro frutto dell’iniziativa di un privato che con amore per la storia e per il proprio territorio ha pazientemente costruito una realtà importante per la memoria storica non solo della cittadina di Nerone ma anche di tutto il territorio.

Sembrava che l’amministrazione comunale avesse dato il ben servito al museo dello sbarco, che attualmente occupa una piccola porzione del museo posto all’interno di Villa Adele, costringendone il trasloco in locali idonei che già il vicino centro di Nettuno aveva immediatamente reperito pur di non perdere una simile importantissima realtà storica.

Dall'altro lato il museo archeologico di Anzio, che, stante alla presunta intenzione dell’amministrazione comunale, dovrebbe essere ampliato grazie allo spostamento del museo dello sbarco, dovrebbe essere uno dei poli di attrazione turistica, storica e archeologica del centro anziate e sul sito che lo riguarda si legge che “Nell'ambito delle attività del Museo si svolgono intensi cicli di attività didattiche, anche a carattere sperimentale: dalla formazione permanente, finalizzata a mantenere un rapporto costante con i frequentatori più assidui mediante cicli di conferenze, attività pratiche ed escursioni; alla sperimentazione di percorsi sensoriali, basati sull'interazione tattile, musicale e visiva.

Oltre all'attività presso la sede del Museo, sono stati recentemente istituiti i PCM – Presidi di Cultura Museale, punti informativi che settimanalmente sono presenti nei centri commerciali della città per avvicinare la cittadinanza alle attività del Museo e al patrimonio culturale di Anzio.” Assolutamente ineccepibile dal punto di vista teorico e formale se non fosse che il principale obiettivo di un museo, per definizione, è quello di raccogliere e custodire oggetti relativi a settori della cultura al servizio della società e del suo sviluppo esponendoli a fini di studio, educazione e diletto. C’è chi sostiene che questo museo sia sottoutilizzato e poco sfruttato e valorizzato in considerazione dei reperti che potrebbe e dovrebbe ospitare, in considerazione del contesto storico ed archeologico in cui esso è calato, nel luogo di residenza di numerosi imperatori romani, ed in considerazione delle presenze che potenzialmente dovrebbe attrarre ponendosi come volano per il turismo e l’economia locale; dall’altro lato c’è chi, invece, per partito preso o per appartenenza e dipendenza politica difende l’operato della responsabile del museo o del comune senza avere contezza di cosa sia un museo, di come debba essere organizzato e di come debba funzionare, a prescindere dalle capacità o meno di chi ne assume la direzione.

A riprova di quanto si sostiene l’unico linguaggio è quello dei numeri delle presenze e, a tal fine, scegliamo come termine di paragone Il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale posto nel comune di Padula, piccolissimo centro in provincia di Salerno che non ha assolutamente le potenzialità e la storia di Anzio né la positiva vicinanza di Roma. Il museo ha una superficie abbastanza limitata, forse  più piccola del museo di Anzio, e si presenta come un piccolo gioiello del mondo museale con una offerta dei reperti, in esso contenuti, ben organizzata, esplicata e una esposizione coerente e intelligentemente congeniata; tuttavia ciò che ne afferma il pregio e la buona organizzazione è il numero delle presenze, fornito dal Ministero dei Beni culturali, che parla di circa 88.000 visitatori, ben altro numero  (ufficiale) rispetto al museo anziate che potrebbe e dovrebbe, invece, raggiungere numeri ancor più alti in considerazione anche della vicinanza di Roma e del turismo storico-archeologico che essa attrae.

Eppure, ben lungi dall’essere una mera critica bensì una constatazione del pregio e delle potenzialità di questa importante risorsa culturale, tutto langue e ci si crogiola in iniziative che lasciano il tempo che trovano e che del turismo vero sembrano apparentemente non tenerne conto con grande peccato per l’area commerciale del paese che potrebbe avvantaggiarsi dell’incremento delle presenze durante tutto l’anno, del comune che potrebbe pensare a creare un polo museale a cielo aperto restituendo valore e cura oltre che tutela ai reperti archeologici presenti sul territorio, alla cittadinanza in generale che vedrebbe arricchirsi in molti sensi visto che Anzio lo merita pienamente per ciò che è stata in passato e per ciò che può essere oggi e domani.

Redazione

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