Arrestato Marcello De Vito. Di Maio: “E’ fuori dal Movimento 5 Stelle”

De Vito arrestato per corruzione: avrebbe percepito mazzette dal costruttore Luca Parnasi

Il presidente dell'Assemblea capitolina, Marcello De Vito, è stato arrestato. Alle prime luci dell’alba odierna, mercoledì 20 marzo 2019, De Vito è stato portato in carcere con l'accusa di corruzione nell'ambito dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Secondo l'accusa, De Vito avrebbe ricevuto (direttamente o indirettamente) da Luca Parnasi elargizioni in cambio della sua promessa di agevolare l'iter autorizzativo del progetto Tor di Valle e di altri impianti sportivi che il costruttore romano avrebbe voluto realizzare nella Capitale. Secondo quanto riportato dal sito online del giornale “Il Tempo”, il nome del presidente del Consiglio comunale di Roma era già spuntato nelle carte dell'inchiesta sullo stadio, quando, insieme all'ex capogruppo di M5S in Campidoglio Paolo Ferrara, aveva “avanzato la richiesta” a Parnasi di sponsorizzare Roberta Lombardi alle ultime consultazioni elettorali.

Dunque, l’ennesima tegola giudiziaria che si abbatte sulla maggioranza pentastellata in Campidoglio, che potrebbe mettere in bilico Virginia Raggi. Dall'inizio del suo mandato, infatti, il sindaco di Roma si è già trovata di fronte all'arresto del suo braccio destro Raffaele Marra, ex responsabile del Personale, condannato lo scorso dicembre a 3 anni e 6 mesi per essersi lasciato corrompere da un altro costruttore, il defunto Sergio Scarpellini. A giugno 2018, invece, a finire ai domiciliari è stato l'ex presidente di Acea, Luca Lanzalone, chiamato dalla Raggi, su segnalazione dei vertici del Movimento, per risolvere i problemi connessi alla realizzazione dello stadio giallo rosso: da qui l'appellativo di "mister Wolf" attribuitogli da Parnasi. Contemporaneamente altre 15 persone il 2 aprile rischiano di essere rinviate a giudizio per il sistema illecito che ruotava attorno alla realizzazione dell'impianto di Tor di Valle, tra cui Luca Parnasi, l'ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio Adriano Palozzi (Forza Italia), il consigliere regionale Michele Civita (Pd), il consigliere comunale Davide Bordoni (Forza Italia) e l'assessore allo Sport del X Municipio Giampaolo Gola (M5S).

AGGIORNAMENTO ORE 10.00: "Marcello De Vito è fuori dal MoVimento 5 Stelle. Mi assumo io la responsabilità di questa decisione, come capo politico, e l’ho già comunicata ai probiviri. Quanto emerge in queste ore oltre ad essere grave è vergognoso, moralmente basso e rappresenta un insulto a ognuno di noi, a ogni portavoce del MoVimento nelle istituzioni, ad ogni attivista che si fa il mazzo ogni giorno per questo progetto. Non è una questione di garantismo o giustizialismo, è una questione di responsabilità politica e morale: è evidente che anche solo essere arrivati a questo, essersi presumibilmente avvicinati a certe dinamiche, per un eletto del MoVimento, è inaccettabile. De Vito non lo caccio io, lo caccia la nostra anima, lo cacciano i nostri principi morali, i nostri anticorpi. Ciò che ha sempre distinto il MoVimento dagli altri partiti è la reazione di fronte a casi del genere. De Vito potrà e dovrà infatti difendersi in ogni sede, nelle forme previste dalla legge, ma lo farà lontano dal MoVimento 5 Stelle. Ringrazio la magistratura e le forze di polizia per il lavoro che hanno svolto e che continueranno a svolgere quotidianamente.  Ricordo infine che proprio grazie a un provvedimento del MoVimento 5 Stelle, lo Spazzacorrotti, chi viene condannato per questi reati oggi va dritto in galera". Lo ha scritto sul proprio profilo Facebook il vicepremier Luigi Di Maio.

 

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