Cronaca

Artena, a un anno dalla morte di Willy solo una fiaccolata. Poco, troppo poco

Ieri, domenica 5 settembre, si è svolta ad Artena (provincia di Roma), in Piazza G. Galilei, una manifestazione pubblica per commemorare il giovane Willy Monteiro Duarte, barbaramente ucciso un anno fa a Colleferro da un branco di teppisti esaltati, cultori della droga, della violenza e della sopraffazione dei più deboli.

Il Sit-in promosso e organizzato dall’Associazione culturale “Altra Artena” aveva lo scopo di rendere omaggio alla memoria del giovane a un anno dalla sua morte, che ricorre oggi. Perciò aveva come titolo: “Un fiore per Willy“.

Vittorio Aimati

La manifestazione è stata introdotta da Vittorio Aimati. A seguire, interventi dei rappresentanti dei comuni di Colleferro e Artena.

Nel discorso di apertura, Vittorio Aimati, direttore del giornale online dell’associazione, ha espresso la necessità, avvertita da lui stesso e dagli altri, di ricordare la limpida figura di Willy, giovane studente e lavoratore. Egli è morto per la sua generosità, nel tentativo di sottrarre un amico alla violenza. Per questo motivo il nostro Presidente della Repubblica gli ha conferito la medaglia d’oro al valore civile.

Ricordando inoltre il comportamento dignitoso della famiglia del giovane, distrutta dal dolore, Aimati ha rivolto una critica a se stesso e alle comunità che, dopo una fiaccolata nei paesi coinvolti, non hanno fatto altro nell’anno trascorso. Invece, molto ci sarebbe da fare per sensibilizzare le comunità e curare il disagio giovanile. Hanno poi preso la parola due rappresentanti delle autorità.

Emanuele Girolami

Prima l’assessore Emanuele Girolami di Colleferro, in rappresentanza del Sindaco, ricordando lo sconcerto provato da molti alla notizia del delitto, sottolineava che da questo era derivato anche un danno d’immagine per il suo paese, che non lo merita. Infatti, Colleferro è prodiga di attività culturali e di volontariato; inoltre, ci sono buoni imprenditori, specialmente nell’edilizia, ha sostenuto l’assessore.

Girolami ha poi aggiunto che il Comune vuole intitolare a Willy la piazza in cui è stato ucciso.

Lara Caschera

Dopo di lui, Lara Caschera, assessore alla Cultura per il comune di Artena, ha dichiarato che, appena informata dell’iniziativa dell’Altra Artena, il Comune ha voluto una Messa alla memoria di Willy e ha invitato la cittadinanza alla manifestazione.

Spesso si fa retorica su argomenti così gravi, ha detto. Occorre evitare le strumentalizzazioni e sforzarsi di migliorare ciascuno di noi, per evitare il ripetersi di simili tragedie.

Quindi è stata la volta di alcuni membri dell’Associazione A.A. insieme con artisti che hanno pronunciato parole, proposizioni centrate sull’importanza del dialogo, della coscienza e della necessità di ricostruire una rete buona di relazioni.

Giorgio Colangeli

Subito dopo abbiamo ascoltato la voce registrata dell’attore Giorgio Colangeli.

Ci ha parlato dei suggerimenti del silenzio; questo infatti, riportando alla memoria e accostando i ricordi più disparati, può creare connessioni imprevedibili; si può così indagare sulle cause prossime e su quelle remote dei fatti, sull’assenza o meno dei valori importanti.   

Renato Centofanti

Successivamente è intervenuto Renato Centofanti, presentato da Aimati come componente dell’Altra Artena e poeta.

Egli ha affermato che il nostro Comune è quello che più di altri presenta un tessuto sociale lacerato e carenza di relazioni civiche. E’ necessario combattere l’indifferenza e il mutismo, e nello stesso tempo sollecitare gli individui perché si formino una coscienza, con la riflessione e il dialogo.  

Si sono poi succeduti diversi interventi, tutti improntati a sottolineare l’esigenza di relazione e di comunicazione tra gli individui.

Martina ha letto una poesia, Brunello Gizzi una fiaba moderna, didascalica come quelle antiche.

Vittorio Begliuti, colonnello in pensione, ha condannato la violenza cieca e insensata, per cui il sangue di Willy ha bagnato l’aiuola dei giardinetti a Colleferro.

Ma da quell’aiuola nasce il fiore di Willy.  

Sandro Palone

A concludere la manifestazione, la recita di tre tristi poesie, di amore e buoni sentimenti, da parte dell’attore, nostro compaesano, Sandro Palone.

La tolleranza o, peggio, l’acquiescenza verso i costumi nocivi favoriscono la riproduzione del disagio e della microcriminalità.                                 

Che dire della manifestazione, in conclusione?

Certo, meritoria è stata l’idea, buona la sua realizzazione, emotivamente coinvolgente nel suo svolgimento.  

Resta però la sensazione di qualcosa di incompiuto, che, a mio modesto parere, lascia una certa amarezza dentro.

Non può bastarci la consolazione di aver ricordato la bellezza della vita di un ragazzo distrutta in quel modo, come un fiore strappato e calpestato; il sentimento di esecrazione verso un atto così ignobile dovrebbe spronarci a chiedere giustizia.

Non basta una manifestazione in un anno

Fermandosi soltanto alla pietà per il morto non si contribuirà neppure a modificare le cause che rigenerano sempre la violenza: lo spaccio e il consumo di droga, cui gli omicidi si dedicavano a tempo pieno. Occorrono leggi molto severe e di immediata applicazione, ma non bastano.

E’ necessaria principalmente una forte condanna morale del consumo, anche degli stupefacenti cosiddetti leggeri; bisogna convincere soprattutto i giovani a evitare quell’attrazione morbosa e isolare gli spacciatori.

Oggi invece succede il contrario: tutti i luoghi sono adatti – in particolare la scuola, anche  a motivo delle normative, è un porto franco – poiché da parte di tutti c’è tolleranza o menefreghismo.

Stefano Marafini

Nasce nel 1950 ad Artena, dove vive tuttora. Ha studiato Fisica all’Università La Sapienza di Roma. Dopo un’esperienza lavorativa, si è laureato in Fisica nel 1984. Ha insegnato in alcuni istituti tecnici e licei scientifici della provincia di Roma.

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