Artena ha paura, i furti in casa senza tregua spaventano la città. Lo Stato dov’è?

Da almeno un mese, in tutto il territorio di Artena, i cittadini subiscono inerti le scorrerie di ladri che, organizzati in gruppi, incutono terrore soprattutto nelle campagne

Ladro cerca di entrare in casa

Da almeno un mese, in tutto il territorio di Artena, un comune di quasi quindicimila abitanti della provincia di Roma, i cittadini subiscono inerti le scorrerie di ladri che, organizzati in gruppi, incutono terrore soprattutto nelle campagne, rubando in casa d’altri. E nulla cambia, anzi, le voci dei furti o delle “visite” non andate a buon fine cresce a dismisura.

Furti continui nell’assenza di controlli

Succede ad Artena, ma pensiamo che questo sia generalizzato e accada un po’ dappertutto. Un continuo rimbalzo di notizie e di commenti, talvolta anche duri, mentre il “cancro” non arretra. In questa situazione emblematica capiamo perché, quando lo Stato non assiste i cittadini e le istituzioni sembrano assenti, alla gente della strada, spesso, non resta che implorare e acclamare il ritorno dell’uomo forte, dell’ordine rigoroso contro la delinquenza dilagante. E non dobbiamo stupirci.

I furti presso gli appartamenti e le azioni malevole dei ladri aizzano l’odio, il risentimento e alimentano cattivi e violenti pensieri nella testa di chi subisce. Loro, i ladri, senza pudore, sanno di poter giocare “sporco”. Con la protezione delle nostre leggi, troppo permissive.

Si sentono protetti perché sanno che comunque la faranno franca e nessuno metterà a repentaglio la propria vita per provare a difendersi. Sanno che lo Stato è latitante e non tutela i suoi cittadini. Sanno che non ci sono leggi virtuose a garanzia e a salvaguardia della proprietà privata e che permetta a chi viene aggredito in casa di potersi difendere senza paura di essere a sua volta incriminato per eccesso di legittima difesa.

La differenza rispetto a 40 anni fa

Un tempo e molti lo ricordano, non era strano lasciare le chiavi nella toppa della porta e i furti in casa erano rari. E gli uomini delle forze dell’ordine si muovevano anche di notte per le strade della provincia anche nelle vie impervie delle campagne e sorvegliavano il territorio. Oggi le “gazzelle” dei carabinieri e le “pantere” della polizia si vedono in giro sempre meno, soprattutto di notte.

Anni fa nelle caserme veniva stilato un bollettino mensile sui reati che le forze dell’ordine rilevavano dalle denunce dei cittadini, per poter agire di conseguenza e intervenire. Oggi molte denunce non vengono neppure presentate, falsando così i dati effettivi della delinquenza locale, anche agli occhi del Ministro dell’Interno. Intanto i reati crescono e la popolazione ne soffre senza vedere una soluzione futura.

Con il coprifuoco del COVID 19 questo tipo di reati si era ridotto notevolmente; ma ormai la situazione è tornata preoccupante. Abbiamo paura. Sempre più spesso oggi i delinquenti che entrano in casa lo fanno in pieno giorno, sfacciatamente, perché sanno che non ci sono controlli e sono sicuri di non essere riconosciuti. Niente indagini sulle celle telefoniche e nessun controllo delle videocamere sparse sul territorio.

Lettera aperta al ministro dell’Interno

Chi se la sentirà di scrivere una lettera aperta al Ministro dell’Interno e a tutti i responsabili locali dell’ordine pubblico e della sicurezza degli italiani, per chiedere loro di essere tutelati? E fino a quando la popolazione, costretta a subire impassibile le scorrerie di orde di ladri, sopporterà passivamente?Quousque tandem abutere, State, patientia nostra?

Roberto Spaziani