Artena, intervista con Rodolfo di Re:”E’ tempo di soluzioni”

Il nipote del mitico “Paìno” spiega le ragioni che lo hanno spinto a candidarsi con “Impegno Civico”

Rodolfo Di Re è nato a Roma nel 1980. Giurista d’Impresa con laurea conseguita all’Università di Roma Tre, è alla sua prima esperienza come candidato al Consiglio Comunale di Artena. E’ il nipote del mitico "paino", fondatore della prima e più antica gelateria artigianale di Artena.  

Perché ha scelto di candidarsi con la Lista "Impegno Civico" che propone a sindaco di Artena Armando Conti?

"La mia non è stata una scelta dell’ultimo momento, come se ne sono viste molte in queste ultime ore, ma un atto di stima e di fiducia verso il percorso politico di Armando Conti e di Impegno civico per Artena. Dopo l’esperienza alle Comunali del 2010 questo gruppo, pur non essendo rappresentato in Consiglio Comunale, non si è sciolto ma è rimasto ben presente sulla realtà di Artena, ascoltando i bisogni della gente e formulando progetti, proposte ed iniziative concrete e di buon senso volte a migliorare la qualità della vita dei cittadini. L’ultima di tali iniziative, quella che mi ha convinto a candidarmi, è stata la battaglia per evitare che piazza Valle Fini diventasse un enorme parcheggio con centro commerciale annesso. Per questa battaglia abbiamo messo in campo uno sforzo straordinario, che ci ha permesso di raccogliere in poco tempo oltre mille sottoscrizioni alla petizione che chiedeva di cassare il progetto. Un progetto che è bene ricordare, per il momento è stato solo accantonato e non definitivamente archiviato, e che se realizzato avrebbe dato il colpo di grazia finale al nostro già compromesso commercio al dettaglio.”

Quali sono le priorità di Artena?
 
"Artena ha, prima di tutto, la necessità di stabilire qual è la sua vocazione. Se guardiamo ai nostri vicini, Valmontone ha scelto la via dell’intrattenimento e del tempo libero, Colleferro è stata costruita intorno alle sue imprese. Artena è rimasta a metà strada o meglio, una strada ancora non l’ha trovata. Se guardiamo indietro, questo è il paese dalle occasioni perdute: non c’è più un cinema, non c’è un luogo di aggregazione sociale, il progetto dell’Auditorium è scomparso, forse nascosto dal cemento che ha tombato definitivamente anche un tratto dell’antica via Latina, come certificato dal prof. Quilici. Sono anni che il Palazzetto dello sport è chiuso e non viene completato e nessuno sa il perché. Intanto i nostri bambini per fare sport sono costretti a rivolgersi altrove. Io credo che questa sia la priorità più importante. La nostra è l’unica città del comprensorio che non ha una scuola secondaria superiore che consenta ai nostri ragazzi di completare il proprio percorso formativo dove vivono. A queste condizioni è stata una follia anche avviare i parcheggi a pagamento. Così come sono, le strisce blu sono solo una ulteriore ed odiosa tassa esclusivamente a carico dei cittadini artenesi; una tassa che aboliremo non appena eletti. In questo quadro, quale imprenditore sarebbe disposto ad investire sul nostro territorio senza un sano progetto di crescita e di sviluppo delineato? Ma al di là delle strategie di medio e lungo periodo, la città ha anche urgente bisogno di riscoprire la cura del quotidiano". 

A questo proposito, ci sono zone del paese che hanno bisogno di un’attenzione maggiore rispetto ad altre?

"Chi viene eletto al Consiglio Comunale diventa il rappresentate dell’intera città, e non di un quartiere di una parte politica. Detto questo, è prioritario garantire i servizi di pubblica utilità a tutti i cittadini perché oggi non è così. Abbiamo girato molto in questi ultimi mesi, abbiamo incontrato centinaia di cittadini ed in tante realtà abbiamo trovato una realtà sconfortante: la zona Tagliente, alle Macere, ha grossi problemi di approvvigionamento idrico ed è stata per lungo tempo priva di illuminazione pubblica per carenza di manutenzione. A Colle Castagna, a Maiotini  ed anche in diverse zone di quel Centro Storico che dovrebbe essere il nostro fiore all’occhiello, decine di cittadini non hanno ancora l’allaccio alla pubblica fognatura. Onore al merito a chi ha avviato la raccolta differenziata ma così com’è, senza il coinvolgimento dei cittadini e senza la diffusione delle informazioni di base necessarie, è stata una iniziativa semi clandestina e praticamente inutile. Dopo mesi dall’avvio, siamo ancora fermi al 6% di riciclato, una percentuale che non giustifica gli sforzi economici che la città sta sostenendo su questo versante".  

C’è una categoria sociale cui piacerebbe rivolgere in maniera particolare la sua attenzione?

"Mi piacerebbe che il Comune si occupasse maggiormente delle associazioni, che sono una realtà viva ed importante di questa città. Sono fra i soci fondatori del 'Vespa club Artena' e nelle tante iniziative che abbiamo realizzato in questi anni abbiamo sempre avuto il rammarico di non trovare un Comune amico e attento alle esigenze dei cittadini. Personalmente sarei molto contento se, dopo il voto del prossimo 25 maggio, il nuovo sindaco istituisse un assessorato all’associazionismo che abbia, fra i suoi obiettivi, quello di mettere in rete tutte le realtà associative di Artena. Il mondo dell’associazionismo è una forza importante ed innovativa della nostra città, è davvero un peccato non valorizzarla come meriterebbe.”

In conclusione, perché i cittadini dovrebbero votarla?

"Il voto è l'unica opportunità che i cittadini hanno per cambiare la realtà e per contribuire a riscrivere il futuro di questa nostra città. Ai miei concittadini chiedo di votarmi perché c’è bisogno di portare una ventata di aria nuova e di novità in Consiglio Comunale. Per ripartire Artena ha bisogno del contributo attivo di tutti. Questa città ha bisogno di orecchie in grado di ascoltare i bisogni dei cittadini e, soprattutto, di teste in grado di tradurre questi bisogni in azioni concrete".

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