Attacco terroristico: intervista al Presidente Tajani da Strasburgo

Abbiamo intervistato il presidente Antonio Tajani la mattina dopo l’attacco terroristico a Strasburgo

antonio tajani

Il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani

Strasburgo, Francia, dalla sede del Parlamento Europeo

Abbiamo intervistato il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, la mattina dopo il terribile attacco terroristico che ha colpito il cuore di Strasburgo e dell’Europa. 

Ci fa una sintesi di quello che è accaduto ieri sera a Strasburgo?

Tutto è iniziato alle 20 circa di ieri sera quando questo  terrorista radicalizzato, che era sfuggito all’arresto ieri mattina, ha attaccato nel centro di Strasburgo dove c’erano  i mercatini natalizi sparando all’impazzata contro la folla.  Ha sparato in luoghi diversi della città, è  stato ferito da un soldato che svolgeva azioni di controllo nelle zone del centro di Strasburgo. Poi è fuggito in taxi, in seguito ha sparato contro due poliziotti motociclisti,   infine si è dileguato.

Qual è la situazione attuale?

Il bilancio attualmente è di tre morti e molti feriti, tra i quali alcuni molto gravi. C’è anche un giovane giornalista italiano che è ricoverato in ospedale.

Secondo i servizi il terrorista si troverebbe ancora in Francia?

 Probabilmente è riuscito a uscire dalla Francia, conosce molto bene la Germania, che è a pochi chilometri, perché è stato anche detenuto , non solo in Francia, ma anche in Germania.

Ieri il Parlamento Europeo è stato chiuso.

Dopo aver chiuso il Parlamento, impedendo l’uscita e l’entrata, però  noi siamo andati avanti con il nostro lavoro. C’è stata la seduta plenaria fino a mezzanotte, perché dobbiamo fare l’esatto contrario di ciò che vogliono i terroristi. Cioè dobbiamo continuare a lavorare  dimostrando che la forza della democrazia e della libertà batte la forza del terrore.

Ancora una volta, dobbiamo parlare di figure che erano già segnalate alla polizia, come accadde in altri attentati terroristici, malgrado questo tali figure riescono a colpire e persino a fuggire. Secondo lei c’è qualcosa che va rivisto nella politica di gestione di elementi pericolosi?

Sicuramente nell’attività di prevenzione. Forse bisognerebbe mettere  il braccialetto elettronico ai segnalati che sono radicalizzati. Certo, poi bisogna  sempre rispettare le leggi degli Stati membri dell’Unio Europea. In Francia i radicalizzati sono moltissimi. Strasburgo è una citta dove c’è il 10% di tutti i radicalizzati segnalati in tutta la Francia. È una città a rischio. Non è semplice mettere tutti sotto controllo, l’attentatore era sfuggito all’arresto della mattina. La città era sotto controllo.  Dal Parlamento non abbiamo mai abbassato la guardia quando ci sono stati gli attentati di Bruxelles e di Parigi. Serve maggior fermezza e minor tolleranza nei confronti di  questi personaggi.

Questo attacco è un colpo alla Francia o in generale all’Occidente?

Entrambe le cose. La Francia è uno dei più importanti Paesi europei. Un Paese occidentale che sta vivendo anche dei grossi momenti di difficoltà con tutte le manifestazioni dei gilet gialli. L’attacco è alla Francia e al cuore dell’Europa, perché  Strasburgo è una città al confine tra la Francia e la Germania, è la sede del Parlamento europeo, è la sede  del Consiglio d’Europa, è la sede della Corte per i diritti dell’uomo, quindi è una città simbolo. Noi reagiamo, ripeto, andiamo avanti, non ci facciamo intimorire. Bisogna schiacciare la testa al serpente, essere duri nelle reazioni, continuare a vivere in democrazia, in  libertà e in pace impedendo ai terroristi di sconvolgere la vita  dell’Europa e dell’occidente.

Tra poco sarà in aula a Strasburgo. Quali sono le parole che dirà, Presidente Tajani?

A parte queste che ho detto a voi, annuncerò il messaggio del Presidente Macron di vicinanza e solidarietà al Parlamento europeo e dirò che andiamo avanti. Stamattina  si svolgerà tutto normalmente. Non abbiamo paura. Voteremo anche una risoluzione che contiene l’esito del lavoro  della Commissione speciale antiterrorismo del Parlamento europeo, a dimostrazione che noi al Parlamento  Europeo la guardia non l’abbiamo mai abbassata.

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