Bambole kokeshi: storia e origine del celebre souvenir giapponese

Le kokeshi sono piccole bambole di legno tradizionali giapponesi tipiche della regione del Tohoku, nella più grande isola del Sol Levante

Kokeshi, bambole giapponesi

Kokeshi, bambole giapponesi

Le kokeshi sono piccole bambole di legno tradizionali giapponesi; sono tipiche della regione del Tohoku, ossia la parte nord occidentale dello Honshu, la più grande isola dell’arcipelago del Sol Levante. Ne esistono di due tipi; quelle tradizionali hanno una foggia molto semplice mentre, dopo la Seconda Guerra Mondiale, si sono diffuse le shingata kokeshi (letteralmente, “kokeshi di nuova forma”), prodotte in tutto il Giappone e caratterizzate da una maggiore varietà di forme e colori. Oggi sono disponibili anche in Italia, non solo nei negozi di oggettistica e di articoli esotici ma anche online, grazie ad e-commerce specializzati come Takumiya.it.

Significato del nome

La parola “kokeshi” viene solitamente scritta con i caratteri sillabici (hiragana) anziché con gli ideogrammi (kanji). Di conseguenza, vi è una notevole incertezza circa il reale significato del termine, dal momento che il giapponese è una lingua in cui gli equivoci legati alla presenza di omofoni sono piuttosto frequenti. Le traduzioni più plausibili sono: “piccola bambola” o “bambola di legno”; entrambe sono comunemente accettate come corrette, dal momento che identificano le due caratteristiche principali di questo manufatto.

Secondo una teoria, basata su un errore di traduzione, kokeshi sarebbe la crasi di “bambino” (ko) e “eliminare” (keshi, dal verbo “kesu”); di conseguenza, queste bambole avrebbero rappresentato una sorta di feticcio che le madri dedicavano ai figli dopo l’infanticidio. Non vi sono però prove concrete a supporto di questa teoria, elaborata da Alan Booth nel libro “Looking for the Lost: Journeys Through a Vanishing Japan”.

Storia e origini

La comparsa delle bambole kokeshi risale alla fine del periodo Tokugawa (1600 – 1868) e si colloca nella regione del Tohoku; qui, gli artigiani del legno cominciarono a realizzare piccole e semplici bamboline intagliate nel legno, che venivano vendute come souvenir agli avventori delle terme di Miyagi e degli altri centri termali (onsen) del Nord Ovest dello Honshu. Come già accennato, dopo la Seconda Guerra Mondiale, fecero la loro comparsa le shingata kokeshi, che differivano da quelle tradizionali per l’aggiunta di numerosi dettagli.

Delle bambole kokeshi esistono denominazioni differenti, in base alla zona di produzione:

  • Tsuyuchi, nell’area di Fukushima;
  • Yajiro, a Shiroishi;
  • Togatta, nella zona dell’omonimo centro termale;
  • Naruko, nell’omonima città termale;
  • Sakunami, nella regione di Sendai;
  • Zaō Takayu, a Yamagata;
  • Hijiori, a Ōkura;
  • Kijiyama, nella zona di Yuzawa;
  • Nambu, nella regione di Hanamaki;
  • Tsugaru o Nuruyu, nella zona di Kuorishi e Owani.

Le bambole kokeshi sono sopravvissute nella cultura popolare ispirando gli avatar digitali della Nintendo (i Mii) e, più in generale, l’intera estetica della piattaforma videoludica. In precedenza, questo celebre manufatto è stato celebrato da un francobollo, in uso negli anni Cinquanta.

Come vengono realizzate

Le bambole kokeshi tradizionali hanno una forma molto semplice ma la loro fabbricazione può richiedere anche diversi anni. Prima di essere intagliato al tornio, il legno deve essere essiccato per un periodo di tempo che va da cinque mesi a sei anni; le essenze più comuni adoperate per creare le bambole kokeshi sono l’acero giapponese, il ciliegio e il cornus (corniolo).

Tramite l’intaglio, gli artigiani giapponesi del legno (kijishi o kijiya) modellano un unico pezzo di materiale, dando forma alla testa ed al busto della bambola. La prima presenta si presenta arrotondata e leggermente più grande rispetto al corpo, dal profilo regolare e leggermente rastremato. Il processo non prevede l’aggiunta di altre parti, quali braccia, gambe, vestiti o armature; nelle bambole shingata kokeshi, invece, la capigliatura o il copricapo possono essere scolpiti in rilievo rispetto alla testa. In quelle tradizionali, invece, tutti i dettagli (capelli, tratti del viso e abiti) sono semplicemente dipinti a mano. A differenza di quanto si possa pensare, alle bambole kokeshi non è attribuito alcun significato beneaugurante o scaramantico.

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