Categorie: Interviste

Barbara De Rossi:”La vita non finisce a 50 anni”

E' una brava attrice di tv, cinema e teatro, ma da molti anni il suo volto è associato alla battaglia femminile contro la violenza, lo stalking e il femminicidio. Abbiamo incontrato Barbara De Rossi, attualmente in tour teatrale con Francesco Branchetti, entrambi protagonisti de Il Bacio, di di Ger Thijs.
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Sono sempre più in aumento in Italia i casi di molestie, violenza e femminicidio. Ci sono dei segnali che possono aiutare le donne a capire che devono allontanarsi da uomini pericolosi?

Il problema fondamentale è il bisogno d’amore di molte donne che cadono in storie sbagliate. Alla base c’è un grande desiderio di amore e di affetti. Spesso sono donne che hanno avuto un matrimonio infelice alle spalle e che pensano di non aver trovato ancora il grande amore. C’è proprio un bisogno di innamorarsi. Gli uomini  che praticano i maltrattamenti e le violenze vanno cercando questo bisogno totale d’amore delle donne. Sanno perfettamente quale tipo di donna cercare.

 

Che tipo di donne sono quelle che vengono maltrattate?

In generale si pensa che queste donne sono deboli, non è così. Sono donne innamorate, magari di un sogno, di un desiderio  d’amore più che della persona. L’iter è sempre lo stesso. L’uomo le fa innamorare, si presenta e si racconta come un principe azzurro. Gradualmente avanzano i primi piccoli problemi di gelosia che la donna scambia per attenzione e per amore e  che poi diventano sempre più grandi, ingestibili,  fino a quando l’esistenza delle donne diviene insopportabile, perché l’uomo tende a isolare la donna, a non farle avere più altri punti di riferimento, a rinunciare agli amici, al lavoro, a tagliare i contatti  con la famiglia d’origine. Queste donne restano perciò isolate e in balia di questo finto amore che in realtà le demolisce, le distrugge,  prima psicologicamente e poi fisicamente, ma è sempre graduale il processo. Un uomo che è violento non si rivela mai subito.  È un uomo che si nasconde, che dice di amare e piano piano la donna cade in questa spirale, sempre di più.

 

A parte le violenze, da cosa si sentono  più ferite?

Dal giudizio degli altri. Per molte questo giudizio mina la loro autostima e  si interrogano: ma allora io non sono intelligente? Invece, sono spesso altruiste, generose e hanno una grande capacità di ascoltare e di capire l’altro, sono donne che hanno faticato molto nella vita.

 

Gli uomini che maltrattano le donne hanno a loro volta subito violenze durante l‘infanzia?

Gli psicologi hanno ribadito che spesso i maltrattanti hanno subito violenze  o hanno assistito in famiglia a soprusi, maltrattamenti. Sono situazioni che se non sono state curate, minano e intaccano la serenità e la stabilità psicologica di questi individui.

 

Come giudica le leggi italiane in materia di tutela delle donne?

Ci vorrebbe una legge sullo stalking molto più severa, più efficace, che tuteli le donne, perché minacciare una donna di morte è già un reato grave che limita la serenità e la libertà personale. In realtà, si aspetta sempre  che avvengano fatti fisici gravi nei confronti delle donne e dopo è troppo tardi.  Nel 98% dei casi, nonostante le denunce, queste donne non si salvano, vengono uccise. Le donne devono denunciare, noi spingiamo a farlo, ma come Stato abbiamo il dovere di difenderle   e tutelarle il più possibile.

 

Cosa si potrebbe fare a suo avviso?

Quando le minacce, provate e continuate,  impediscono alle donne di vivere, cioè nella fase iniziale, è importante che si agisca. Gli uomini se ne approfittano perché  sanno che non avranno conseguenze. Io al raptus non ci credo, non sono persone malate. Sono lucidi, sanno cosa stanno facendo. In questa edizione del programma abbiamo intervistato anche  due maltrattanti che raccontavano che per loro non si trattava più di donne, ma di persone da piegare.

Le donne sopravvissute mi dicono che i loro carnefici sono condannati a un anno di carcere e loro hanno paura di quando usciranno. Molte mi hanno detto: guardami, perché  fra due anni non ci sarò più. In Italia non esiste il braccialetto elettronico, ad esempio, e non riesco a capirne il motivo. Anche quando ci sono provvedimenti di allontanamento e questi uomini non devono avvicinarsi alle donne, non basta, perché poi vengono comunque uccise, i maltrattanti riescono sempre a raggiungerle. Bisognerebbe prendere importanti misure di sicurezza per tutelarle e poi finanziare i centri antiviolenza. Dobbiamo dare, alle donne che non hanno possibilità, un luogo dove essere al sicuro assieme ai loro bambini.

 

Anni fa, su diversi giornali rimbalzò una sua storia sentimentale che finì con la sua denuncia per stalking nei confronti del suo ex fidanzato.  Ce ne vuole parlare?

Ho trascorso la mia vita cercando di tutelare il mio privato e preferirei non parlarne. Però so cosa significa essere maltrattati ed è per questo che conosco certi meccanismi  e ci sto dentro a questo problema, perché conosco l’argomento ed è qualcosa che non si metabolizza mai. Quando si subisce un maltrattamento non è qualcosa che ci forma e che ci serve a qualcosa,  ci lascia solo il terrore, la paura, la preoccupazione, la non fiducia verso gli altri. Si subisce e basta e si cerca in tutti i modi di buttarsi tutto quel dolore alle spalle.

 

Che consiglio darebbe alle donne che affrontano l’età matura e che non si sentono più sicure di loro stesse?

Va detto alle donne che la vita non finisce a 50 anni, si può avere una grande energia e andare avanti senza buttarsi giù o farsi buttare giù da altri. È  quello che ho cercato di fare anch’ io.

 

Che madre è per sua figlia Martina?

Ho modificato la mia vita e il mio lavoro per essere presente nella vita di Martina e ne sono orgogliosa. Mia figlia ormai è una bellissima ragazza. Per fortuna, non  sogna minimamente di fare l’attrice. Sarebbe una perfetta modella da passerella, perché è alta 184, ha ripreso da suo padre che è molto alto, ma vuole fare altro nella vita. Ha studiato trucco in una scuola specializzata . Non l’ho fatta vivere all’ombra dell’ego della madre attrice, ha una vita come tante altre ragazze della sua età, ha vissuto nella semplicità come me che provengo da una famiglia comune.

 

Mariagloria Fontana

Scrittrice e giornalista. Laurea magistrale in Storia e Critica del Cinema. Consegue il Master in Giornalismo e Comunicazione Pubblica all'Università di Tor Vergata di Roma. Nel 2017 pubblica il suo primo romanzo "La Ragione era Carnale" (Armando Curcio editore). Ha scritto per "Il Fatto Quotidiano", "MicroMega", "Viaggi del Corriere della Sera", "Huffington Post", "Affaritaliani". È stata fondatrice e direttrice del sito femminile di costume "Le città delle donne". Ha un programma di libri, "Affari di libri", in cui intervista gli scrittori in onda sulla emittente radiotelevisiva "Radio Radio".

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