Blockchain e aziende: il futuro è arrivato?

La tecnologia blockchain continua ad espandere il suo raggio di azione in diversi settori

È di qualche giorno fa la notizia che la Nippon Telegraph and Telephone (NTT), una delle più importanti aziende di telecomunicazioni al mondo, ha recentemente registrato un brevetto per una tecnologia blockchain. Lo scopo sarebbe quello di migliorare il sistema di approvazione dei contratti che, da sempre, presentano in problema legato alle firme della transazione. Questa, infatti, contiene soltanto la firma elettronica del mittente, e non quella del destinatario. In questo modo non vi è prova dell'approvazione del contratto da parte del soggetto che riceve la transazione. L’azienda punta a risolvere questo problema in modo di mantenere la credibilità lungo tutto il processo.

L’interesse della NTT riguardo il libro mastro del bitcoin certifica come quest’ultimo abbia una vita a parte e che potrebbe continuare anche se la criptovaluta implodesse come temono molti. Secondo uno studio pubblicato dal portale d'informazione MarketWatch, entro il 2023 questa tecnologia potrebbe infatti generare un valore di circa un miliardo di dollari per il settore, rispetto agli appena 46 milioni di oggi.

La Blockchain è destinata ad avere successo soprattutto i tre ambiti: consumatore, catena di distribuzione e pagamento. A riguardo del legame tra blockchain e aziende vi è stato una ricerca condotta da Accenture che è stata chiara. Le aziende leader di mercato utilizzano sempre di più le partnership con altri soggetti per aumentare la loro competitività e migliorare l’esperienza di consumo delle persone. Il problema di questa partnership è che i sistemi legacy non supportano tali legami, soprattutto considerando la complessità derivante dal numero dei soggetti coinvolti. Per Accenture, da questo punto di vista, la Blockchain potrebbe essere fondamentale. La trasparenza delle informazioni e l’affidabilità dei flussi attraverso cui viaggiano può garantire maggior sicurezza. Nell’industria alimentare, ad esempio, la blockchain potrebbe rilevare i prodotti contaminati, parti difettose o venditori fraudolenti e agire per proteggere i consumatori e mitigare il rischio aziendale.

Nel settore distribuzione ha fatto scuola l’esempio di Maersk. Si tratta del più grande operatore mondiale di spedizioni di container. Ebbene, da marzo 2017 ha deciso di utilizzare un libro mastro basato sulla blockchain per gestire e tracciare decine di milioni di container digitalizzando la supply chain. (ovvero, la gestione della catena di distribuzione). Grazie a questa innovazione ogni partecipante alla catena delle spedizioni può visualizzare sia lo stato di avanzamento delle merci attraverso il registro blockchain, sia lo stato dei documenti doganali in tempo reale.

Secondo Accenture la tecnologia blockchain potrebbe ridurre in media del 30% i costi di infrastruttura per otto delle dieci maggiori banche di investimento mondiali. In questo modo vi sarebbe un risparmio stimato tra gli 8 e i 12 miliardi di dollari.

Questa previsione fa il paio con una ricerca di mercato pubblicata su Criptomag, secondo cui il valore della blockchain aumenterà a 176 miliardi entro il 2025 e addirittura a 3,1 bilioni entro il 2030.

Nonostante questi dati, la blockchain continua a destare perplessità è l’eccessivo costo in termini di sostenibilità per far funzionare le transazioni online tramite Bitcoin. Attualmente tale consumo è stimato di almeno 2,55 gigawatt di elettricità, e potenzialmente 7,67 gigawatt in futuro. È questa la sfida più difficile che dovrà affrontare la Blockchain per convincere i più scettici.

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