Bonus Maturità, parola alla politica

Ecco le dichiarazioni della Deputata del PSI in merito alla questione dei bonus maturità

“Non è certamente il mio ambito di azione, quello della scuola, ma ciò che è successo è assolutamente grave”. Così Pia Locatelli, deputata PSI e presidente onoraria dell’Internazionale Socialista Donne, a Il Quotidiano del Lazio, dopo la discussione in Commissione Giustizia sul femminicidio, per un’intervista in merito al cosiddetto “Decreto Scuola”, che tanto ha fatto discutere, soprattutto per quanto riguarda la questione dei bonus maturità.
“Non si cambiano le regole nel momento in cui si sta svolgendo un test. Oltretutto in un momento in cui i ragazzi non riescono a guardare al futuro, non riescono a sperare. C’è molta diffidenza verso la politica e verso le istituzioni, e aumentare il senso di sfiducia da parte nostra è assolutamente sbagliato”.

Proprio per questi motivi, Pia Locatelli, insieme al suo capogruppo ha presentato un’interrogazione parlamentare in merito; ma ci vorrà del tempo prima che possa essere portata a termine.

“Non sto giudicando nel merito la giustizia dei bonus maturità – ha dichiarato – Si può parlare a lungo dei bonus, del numero chiuso, del sistema universitario in generale, ma cambiare le regole del gioco mentre il gioco si sta compiendo, è un atto scorretto, che provoca reazione negative, di cui la politica in questo momento non ha affatto bisogno”.

Anche la discussione degli emendamenti apportati al Decreto scuola, sarà rimandata: si arriverà probabilmente alla fine di questa settimana. Forse, addirittura alla prossima.
“Ma è molto difficile portare avanti queste istanze. Stiamo facendo di tutto, ci stiamo impegnando, ma la situazione non è affatto facile da gestire”, ha commentato.

Sì, perché oltre alla difficoltà di trovare un accordo tra forze politiche con voci diverse, bisognerà anche capire quale futuro si prospetterà all’interno del governo.
Per ora, sembra che Giorgio Napolitano non abbia intenzione alcuna di rimandare gli italiani alle urne, quindi le Camere potrebbero continuare a lavorare e, quindi, anche a discutere il Decreto scuola.
In caso contrario, o nell’ipotesi in cui dovessero passare inutilmente i 60 giorni necessari a convertire un decreto in legge, potrebbero tornare in vigore le regole precedenti.
La situazione, quindi, preoccupa tutti i ragazzi che hanno affrontato il test di ammissione alla Facoltà di Medicina il 9 settembre scorso: il futuro, per tutti loro è incerto.

Per quanto riguarda il futuro dell’Università italiana, l’onorevole Locatelli auspica un cambiamento di rotta radicale.
“Siamo indietro in tutto, siamo sotto gli standard europei, non siamo affatto competitivi. Bisogna anche che ci siano molti più studenti all’interno delle nostre Università. Anche nel numero di laureati, infatti, siamo sotto le percentuali degli altri Paesi europei”.

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