Roma, buca in via Salaria: muore in moto. Condannati due funzionari comunali

Nel 2016, Francesco Caporale è morto in via Salaria sulla sua moto. La causa: una buca di 3 centimetri. Condannati giovedì due dipendenti Simu

Buca stradale

Buca stradale

Dicembre 2016: muore a 49 anni per essere caduto con la moto in una delle numerose buche in via Salaria, presenti nonostante le segnalazioni dei vigili urbani. È la tragedia di Francesco Caporale, 49enne vittima di una delle “voragini” di Via Salaria, profonda circa 3 centimetri. La buca è stata rimossa subito dopo l’incidente. Ma ormai non era più possibile evitare la catastrofe: a dover riempire e livellare “la fossa”, prima della tragedia, avrebbero dovuto essere due funzionari del Simu (il dipartimento comunale Sviluppo e infrastrutture manutenzione urbana). Dopo ben cinque anni, giovedì scorso ,è arrivata la condanna per i due dipendenti comunali. L’accusa? Omicidio colposo per aver omesso di avviare i lavori di manutenzione, ignorando le segnalazioni.

La condanna

Un anno e quattro mesi per Marco Domizi, direttore della manutenzione stradale del Simu, e per Guido Caraffa, responsabile della manutenzione del “lotto 3” di Roma Capitale. La procura della Repubblica aveva chiesto un anno e sei mesi per gli imputati. Per l’avvocato difensore, il direttore Domizi andava assolto, spiegando che il suo assistito aveva in realtà avviato tutte le pratiche previste. Avrebbe già espresso, infatti, l’intenzione di ricorrere in appello. “È una sentenza storica, perché mai a Roma sono stati condannati dei funzionari per non aver coperto una buca”, sottolinea Manuela Barbarossa, presidente dell’Avis (Associazione vittime della strada) che ha assistito i familiari di Caporale costituitisi parte civile.

L’incidente

L’incidente è avvenuto alle 2:50 del 22 dicembre del 2016 su via Salaria, strada che rientra nella categoria della grande viabilità, la cui custodia, pertanto, è di competenza esclusiva del Simu. Francesco Caporale, alla guida della sua Suzuki N1220, è finito nella buca profonda 3 centimetri. Ha perso il controllo della moto e ha sbattuto la testa sul guardrail, perdendo la vita. Nelle ore successive Domizi e Caraffa procedono “al riempimento e corretto livellamento della buca”, ma, rimarca il pm nel capo di imputazione, con mezzi, personale e materiale che anche prima del sinistro non mancavano. C’’è un secondo aspetto, che per l’accusa inchioda i due funzionari. La manutenzione è un “atto dovuto”, a prescindere da eventuali solleciti.

Le segnalazioni ignorate

Da tempo, in quel periodo, i vigili urbani segnalavano in via Salaria a vari uffici comunali “la presenza di numerose buche sull’asfalto”. Le raccomandazioni in particolare finiscono sulla scrivania della III sezione Manutenzione stradale, dipartimento Simu. Secondo l’accusa, le segnalazioni arrivate al Simu sono state ignorate: nessuna pratica risulta avviata prima dell’incidente. Il dipartimento Simu ha ricoperto la buca solo poche ore dopo la caduta mortale. Così Caporale, alla guida della sua moto, percorrendo via Salaria non nota la presenza della buca killer. Che tra l’altro, anche per via dell’ora tarda, “non è facilmente avvistabile ed evitabile”.

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