Cronaca

Buche a Roma, scatta l’allarme: “Pronti a chiudere alcune strade”

Da quando ho la memoria di quel giovinetto che scorrazzava per le strade di Trastevere ricordo che Roma ha sempre convissuto con le buche. La nostra città è antica e da quel 21 Aprile del 753 AC ha sempre sofferto. Dal centro alle periferie.

Normalità non pervenuta. Pensate solamente ai cantieri aperti per gli allacci telefonici, per il gas o per l’acqua e lavori che si sono da sempre susseguiti senza programmazione o coordinazione. Intere strade squarciate, poi – dopo settimane – se non mesi – risistemate alla meglio e poi – alla prima pioggia voilà – ecco comparire i crateri.

Ultimamente però la situazione è peggiorata a tal punto da divenire il tema social del momento, superando persino lo sfoglia margherite di Renzi, resta, non resta, resta… Si ride e si scherza sulle immagini che rimbalzano come ordigni di un bombardamento a tappetto da WhatsApp a Facebook: la Raggi bella e sorridente che prima di affogare in una pozzanghera tranquillizza tutti con un “Traquilli, per fortuna ancora si tocca!” O come quella sono quella di chi nelle buche ha piantato un cartello “Attenzione, scavi archeologici” …sì – dai tempi di Giulio Cesare, o che dolcemente chiedono di adottare una buca. L’ultima, che racchiude mille temi in uno, la ricevo mentre scrivo questo pezzo, e vede protagonista un tizio disgraziato e bevuto che tira dentro una buca una canna da pesca. Il reporter, molto romanamente gli fa: “A Capo, se pìa qualcosa?”

Si sa, noi romani sappiamo ridere, da sempre ci aiutiamo, consoliamo e tiriamo su con un’ironia speciale e talvolta mascalzona, ma questo ilare sentimento e’ stato ormai superato dal limite della sopportazione. La gente ormai ci pensa su due volte a scegliere dove lasciare parcheggiata la propria auto (se il posto poi lo trova) …non si diverte più all’idea di poter “smarrire” la propria auto dentro un abisso stradale (ricordate qualche giorno fa la carreggiata sprofondata sulla Balduina?). Chi va in motorino o persino sugli scooteroni si fa il segno della croce prima di mettersi il casco e partire.

Tiburtina, Casilina, Prenestina, persino EUR: pare che la situazione – per colpa ma non solo delle avverse condizioni climatiche, neve, pioggia, caldo, stia in alcune zone collassando: alcune strade potrebbero essere chiuse; eppure il Sindaco – con la solita flemma in doppio petto che la contraddistingu, smentisce i tecnici comunali: “No, a Roma non c’e’ emergenza.” Basta intendersi sul significato delle parole, se e’ vero che intere consolari fatte per andare veloci sembrano in realta’ strade sterrate, colabrodi veri e propri dove la strategia è quella di impiantare cartelli col divieto di superare i 20 chilometri di velocità…

Roma mia come ti abbiamo conciata.

Riunione del Sindaco coi Municipi, stanziati i primi 17 milioni di Euro, 1 milione a Municipio.

Briciole, ormai servono miliardi, investimenti, lo sanno tutti, ci siamo svegliati troppo tardi: ma i soldi non ci sono. Ed ecco le toppe (palate di asfalto gettate al vento come le speranze dei romani di poter un giorno guidare normalmente – come nel resto del mondo – senza sfasciare pneumatici e semiasse). Gli operai della manutenzione arrivano coi camion, scortati da vigili, ma sembrano becchini stradali improvvisati.

I 5 Stelle hanno abbracciato i problemi di questa città con (forse) tanta buona volontà e onestà ma altrettanta incompetenza, sottovalutando la gravità dello stato di salute di Roma, dai rifiuti, alla mobilità e via discorrendo. Accusando di imperizia, ingordigia e ruberie tutte le precedenti amministrazioni, ma dimenticando la propria immodestia addirittura presunzione. In questo senso la funivia – sulle buche si vola al ritmo di LA LA LAND, forse pare l’unico progetto sensato dei 5S.

Senza un intervento strutturale – di emergenza vera e propria, che coinvolga tutte le amministrazioni, fino al Governo, i 5S devono avere il coraggio di mettersi al gioco con autocritica, se no Roma non ne uscirà, e nel frattempo saranno i Romani a finire nelle buche e a frequentare le sempre più affollate sale di attesa dei vari CTO della Capitale.

Francesco Di Pisa

Dottore in Giurisprudenza, con un Master in Scienze delle Comunicazioni presso "La Sapienza" di Roma. Libero professionista, vive in Gran Bretagna dove si occupa di politiche Marketing, consumo, comunicazione e scrive di politica, attualità e costume.

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