Categorie: Cultura

Carolyn Smith, “All’improvviso ti viene detto: Lei ha il tumore”

All'improvviso ti viene detto: "Lei ha il tumore". Un senso di smarrimento ti sfinisce dentro e questa sensazione può durare a lungo se non sei allenata a sfidare le situazioni che la vita ti impiatta e, comunque sia, senti che c'è  solo il " bisogno di spiegazioni semplici e soprattutto di qualcuno che mi guidi." Con determinazione l'autrice si domanda: "Perché non a me? Sarei stata l’unica miracolata della famiglia… Non era carino nei confronti degli altri!"

Con questa grinta Carolyn che chiama per nome e cognome tutto e tutti, si scopre a non poter dare un nome a ciò che scopre in sé:  "Cancro mi faceva orrore, tumore non mi piaceva per nulla. "; "Avevo un romanzo scritto nel DNA il cui finale era già stato spoilerato" . L' allenamento agonistico ti esercita ad affrontare qualsiasi sfida e se sei la tipa che non molla, lavori duro col sorriso sempre e non ti fai spaventare dalla più nera delle tensioni, allora sei meglio predisposta ad affrontare con ottimismo tutte le situazioni.

La lunga riflessione l'ha fatta riflettere molto sulle cause di insorgenza di un tumore: "…e sono arrivata a concludere che una grossa incazzatura, ma un’incazzatura di proporzioni colossali, o un dolore enorme, possano essere l’origine della malattia in generale, non solo del cancro. Il dispiacere e la rabbia portano a un accumulo tale di stress e tensione che il corpo, condizionato dalla psiche, cede. Prima o poi non ce la fa più. Non è fantascienza, è scienza. Grossi traumi possono creare il terreno fertile per la malattia e penso che una cosa del genere sia successa anche a me. 

Finché il medico glielo conferma: "Tu puoi dimenticare e perdonare" mi ha spiegato il professor Solomon, "ma il tuo corpo non dimentica, non perdona, anzi registra tutto!" Una ballerina sportiva può prendere per il bavero in modo positivo ogni nuova gara ma soprattutto sa subito che può entrare dalla porta di una camera scura, ballare decisa il passo a due, anche senza sentire le vibrazioni fisiche trasmesse dall'altro all'unisono, magari in un tango e invece è il tumore. E lei avverte tutti:  "Se sei il tipo che si compatisce e vuole farsi compatire, allora no, cambia strada, perché con me non attacca." e lei non crede che quel "lui" vuole compassione e lo tratta allo stesso modo.

Questo è un ballo di coppia del tutto originale: Carolyn Smith, Ho ballato con uno sconosciuto. Io sorrido e non mollo mai, HarperCollins.

Lo abbiamo letto tutto e alziamo la nostra paletta: 10! Carolyn Smith è la ballerina, lo sconosciuto è il tumore, il carattere è nel non mollare col sorriso, il ballare è lo stile di vita nell'affrontare qualsiasi sfida. Lei non vede nessun altro riflesso al suo specchio, noi vediamo solo la fragilità dolcissima di chi affronta con emozione e decisione la se stessa sempre uguale, pronta ad ogni situazione. Leggere il suo libro è accettare l'invito di un'amica a prendere il thè da lei: ti racconta di sé e il modo in cui lo fa, ti fa capire come si può ben affrontare la bestia.

In Carolyn Smith questa presenza indesiderata vuole spegnere la sua energia. Dentro di lei c'è una banda elastica nera che vuole tirarla indietro, ma la sua vita è protesa in avanti, sempre. Inizia un ballo sconosciuto, i cui passi non si possono inventare, hanno una coreografia tutta da imparare e seguire. Il tumore ha un nome e un cognome, una identità diversa in ogni corpo, ti fidi e l'affronti, ti affidi e lo conosci. Ecco che puoi predisporti anche tu, con Carolyn Smith come si balla con questo sconosciuto con forza e tenacia.

Entri con energia nella sua esperienza: un incontro ravvicinato con un partner che mai avreste voluto. Lo sportivo ha una forma mentis specifica: la forte motivazione ad esercitarsi a superare gli ostacoli e se ti alleni fisicamente, ti alleni anche mentalmente e il sorriso non è altro che la sberleffa sorniona ad uno stato fisico debilitato da qualcosa che vorrebbe finirti ogni volta che c'è e torna pure. C'è e arriva di colpo. Per mandarlo via un'infinità di minuti, ore interminabili dal sound di un blues sotterraneo alla vita. Sembra il tempo visto dall' altra lente del binocolo. Si allontana tutto.

Certo, ti fa sentire fragile. Umanamente fragile e indifeso. But smile e face! Sorridi e affronta. Col sorriso si può. Lui sta ballando dentro di te e non lo sai; muove i primi passi al ritmo che ha deciso e non te ne accorgi, una nota sottile e trasparente suona un suono sordo dentro e tu, tuo malgrado, lo assecondi senza sapere che sarà poi un passo a due. Indisturbato ti prende le frequenze e apparecchia la sua tavola. tu non ti muovi, neanche alla minima tensione, non una melodia o un ritmo. Solo poi, allo scoperto, goccia dopo goccia viene pompata la una signora imbellettata tinta e ritinta di anti-vita mentre la radio ti riscalda e brucia dentro.

La senti, vedi la sacca svuotarsi, il suono ritmato non è un 3/4 ma l'avviso che è finita. Lo impari solo quando ci sei dentro. Dopo che hai visto quell'albero con 6-7 sacche che di natale ha ben poco e che piano piano ti saranno iniettate. E poi altre sedute e altre sacche di cui aspetti gli effetti collaterali. Sono, goccia dopo goccia, le nuove lancette col rintocco lento del tempo, un ritmo senza canto e senza tango. Ciocche di esistenza tra le mani. Guardale e ad ognuna: "Smile no matter what". I passi per ballare questo nuovo ritmo non si possono preparare ma solo predisporsi a farlo, sapendo che non ha una coreografia standard da cui poter inserire virtuosismi o varianti.

L' augurio di Carolyn Smith "A patto che ci sia qualcuno disposto a sorridere con me" è che ognuno abbia" the luxury of being yourself", ovvero il lusso di essere se stessi, con ottimismo sempre e senza compiangersi.

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