“Cars Lifting”, altri venti indagati alcuni anche nella provincia di Latina

Gran parte delle immatricolazioni avveniva all’interno della motorizzazione pontina grazie alla presentazione di documenti falsi

Ci sono venti indagati, tra cui alcuni pontini, tra le persone finite nel mirino della Guardia di Finanza di Pordenone e della Procura di Udine nell’ambito dell’operazione Cars Lifting. Un’indagine che era partita nello scorso marzo, portando a indagare 18 persone e che oggi ha portato a due arresti e ad altri venti indagati. Secondo le accuse il gruppo criminale si occupava di importare auto di lusso dalla Germania (perlopiù Audi, Porsche, Mercedes e Bmw) per poi venderle online truffando gli acquirenti e soprattutto evadendo il fisco. Nella prima tranche dell’inchiesta scattarono sequestri per cinque milioni, oggi secondo il conto delle fiamme gialle ammontano a 35 milioni le somme evase al pagamento delle tasse.

Ma cosa c’entra la provincia di Latina? Gran parte delle immatricolazioni avveniva all’interno della motorizzazione pontina grazie alla presentazione di documenti falsi. Come? Secondo le indagini grazie ad alcune agenzie di pratiche automobilistiche, la cui posizione è ora al vaglio, venivano presentati i documenti che attestavano il falso pagamento dell’Iva necessari per il rilascio dei libretti. E false erano anche le firme degli ignari acquirenti. Quelle auto vendute inoltre subivano anche una manomissione dei contachilometri attraverso la centralina, operazioni svolte in officine di Padova e Treviso, che riduceva il chilometraggio dal 50 al 70%. In molti casi quelle auto, nonostante l’incasso degli anticipi o addirittura dell’intero prezzo, non venivano mai consegnate, anzi, alcune volte la stessa auto veniva venduta a più persone.

In totale sono scattati sigilli per 3,5 milioni di euro tra beni mobili, immobili, denaro contante e conti correnti, ma anche opere d’arte e vini pregiati. Tra i venti indagati alcuni, come detto, sono residenti anche in provincia di Latina.

*Fonte Teleuniverso

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