Categorie: Cronaca

Caso Giulia Sarti, Zanardo: Può capitare che ci facciamo fare foto hot

La scrittrice e attivista Lorella Zanardo, autrice del libro ‘Il corpo delle donne’, è intervenuta ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

“Accade che una giovane donna, in questo caso anche graziosa, si fa fare consapevolmente o meno dei video e questi vengono messi illegalmente in rete. Ma io mi chiedo: perché questo interesse morboso degli uomini nei confronti dei corpi delle donne? Con due click possiamo avere online tutto il porno che vogliamo, ciononostante continua ad esserci un interesse morboso per i nostri corpi che sono corpi che possiamo vedere ormai in ogni modo.

Che cosa c’è dietro questa curiosità morbosa. Sono totalmente d’accordo con chi sta presentando la legge contro il revenge porn, però da anni vado nelle scuole e lavoro su un cambiamento culturale. Sarebbe meglio che questi fatti non accadessero, però sarebbe anche interessante che uno riceve queste foto e dice: ma chi se ne frega di queste foto, di donne nude ne vedo in abbondanza. Che cos’è che ci riporta sempre a questo punto?

Il revenge porn ha avuto delle conseguenze terribili, pensiamo ad esempio a Tiziana Cantone. Che cosa spinge milioni di uomini a passarsi delle foto infondo banali? Certamente in questo caso ci sarà anche qualcuno che vuole attaccare la Sarti in quanto deputata di un movimento piuttosto che di un altro, però è un caso che ha delle modalità molto simili a quelle degli altri casi tipo quello di Tiziana Cantone.

Io credo che, da parte degli uomini, ci sia una sorta di: vi rimettiamo al vostro posto. Lancio un messaggio di assoluta solidarietà a Giulia Sarti. Propongo a Giulia Sarti di liberarsi dal sentimento di vergogna, lo dico spesso alle ragazzine nelle scuole che sono soggette a revenge porn. Liberiamoci da questo senso di vergogna.

Tutte facciamo l’amore, può capitare che ci facciamo fare, consapevolmente o no, delle foto. Non ci dobbiamo far ingabbiare. Perché il sentimento di vergogna è quello che ha anche ucciso tante donne, come Tiziana Cantone”.

Redazione

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