Caso Telethon, scontri tra Polizia e animalisti

Dopo i fatti del 12 dicembre gli attivisti coinvolti raccontano la verità

Il Questore di Roma non c’era. Né il Questore, né i funzionari del commissariato di Fidene hanno preso parte alla conferenza stampa indetta dagli animalisti dopo i fatti dello scorso 12 dicembre. Quel giorno, fuori dagli studi Rai, 40 manifestanti delle associazioni animaliste Pae, Animalisti italiani onlus, Memento naturae, Irriducibili toscani e Istinto animale hanno raccontato d’esser stati “aggrediti più volte dalla polizia: spintonati, allontanati, presi a calci e a pugni. Senza che nessuno avesse provocato o aggredito alcun agente”. 

Gli animalisti, che si erano dati appuntamento davanti agli studi televisivi per esprimere la loro contrarietà alla consueta maratona Telethon, hanno fatto ritorno alle loro case decimati e impauriti. “3 arrestati, 2 fermi di polizia, due finiti all'ospedale con l'ambulanza, altri al pronto soccorso per le botte ricevute”, racconta Stefano Fuccelli, presidente del Pae. Il bollettino è pesante e, soprattutto, stando a quello che ci raccontano i malcapitati, immotivato. Così, in una conferenza stampa, i manifestanti colpiti “da una repressione cieca” hanno deciso di raccontare la verità e, per farlo, hanno scelto una sala congressi davanti a Montecitorio, “perché nonostante tutto crediamo ancora nella bontà delle istituzioni”, spiegano.

Emma è la prima a prendere la parola, ed è visibilmente scossa. “Eravamo lì fuori, ad un certo punto siamo stati spintonati in mezzo alla strada”, racconta la giovane attivista. “Prendete i manganelli”, dice d’aver udito e, in un attimo, è iniziata una mischia furibonda da cui, la giovane, uscirà con diverse costole contuse.

Insieme a Emma c’è Martina, il suo angelo custode. Martina afferra Emma per un braccio e la porta via, prima che le cose si mettano male. Martina è una delle tre attiviste arrestate, tutte donne, di cui due trasportate in ospedale con il codice giallo. “Ero fuori dal commissariato di Fidene, dove era stato portato il mio compagno, ad un certo punto sono stata invitata ad entrare”, Martina uscirà da quel commissariato molte ore dopo: in stato di arresto e con un processo per direttissima come fardello. A questo punto la storia ha assunto contorni che, se non avessimo davanti quelle fisionomie innocue e gli sguardi sinceramente impauriti, stenteremmo a credere. Gli attivisti non sono soltanto stati caricati ingiustamente e trattenuti per accertamenti, ad alcuni di loro vengono contestati reati, “reati immaginari” dice qualcuno. “Oltre il danno la beffa”, si sente vociferare tra la platea.

Come è accaduto anche per Sonia. Sonia, tra tutti, è quella che porta il segno più vistoso. Ha una mano bendata, in seguito alle percosse ha riportato una lussazione e, per lo spavento, ha avuto un attacco  di tachicardia aritmica. Chi le ha provocato quelle ferite? “Sono stati tre agenti, che mi hanno accerchiata e strattonata fuori dagli studi televisivi, per sottrarmi alla telecamera”, racconta. “Sono stata arrestata anche io, mi lamentavo per i dolori e mi hanno accusata d’esser una simulatrice, negandomi persino il ghiaccio per lenire il trauma”, racconta. Un trauma che, prim’ancora d’esser fisico è emotivo. “Oltre ad essere un’attivista per i diritti degli animali, sono un’insegnante di scuola pubblica  –  spiega Sonia  –  il mio ruolo ha sempre fatto di me una persona che crede nelle istituzioni, quelle stesse istituzioni che mi hanno improvvisamente aggredita, sbattuta dentro una volante e arrestata”. Con quale accusa? “Quella d’aver dato un morso a un agente, impossibile, sono vegana”, risponde con un velo d’ironia.

L’ultima animalista che prende la parola è Raffaella. “Sono vivace, ma pacifica”. Anche lei, con Sonia, è finita al pronto soccorso. Trauma cranico, arresto, processo.

“L'avvocato Alessio Cugini segue tutta la vicenda e siamo certi dimostrerà la non sussistenza delle accuse  –  interviene Fuccelli  –  noi, dal canto nostro, continueremo a lottare in nome degli oltre 800.000 cani, gatti, cavie, scimmie, conigli, topi, cavalli torturati nel segreto dei laboratori in nome di una falsa scienza. La vivisezione è inutile, dannosa, antiscientifica, immorale e crudele: deve essere abolita come chiede l'80% degli italiani, che chiede metodi sostitutivi”.

 

 

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