Come riportato da Il Messaggero, a Cassino, in provincia di Frosinone, un uomo è stato scagionato dalle accuse di violenza sessuale, dopo cinque anni, grazie alla chat di WhatsApp. La donna, che lo aveva denunciato, ora rischia di andare a processo per calunnia.
I protagonisti della vicenda sono due ex amanti, lui di 45 anni, lei di 25. La donna, per coprire il tradimento, scoperto dal fidanzato, si era inventata di aver subito uno stupro dall’uomo, salvato proprio da WhatsApp. Grazie, infatti, ai messaggi conservati nella memoria del suo telefono, è stato possibile arrivare alla verità.
Nel corso delle indagini, la 25enne, aveva rivelato agli inquirenti di essere stata costretta a un rapporto sessuale non consenziente, con la procura di Cassino che aveva giustamente aperto un fascicolo. Il 45enne, per difendersi, ha consegnato screenshot e cronologia dei messaggi, che hanno evidenziato scambi sulla piattaforma tra i due, sia vocali che testuali, prima e dopo gli “incontri clandestini”.
Successivamente, la Procura ha archiviato il procedimento perché “i fatti non costituiscono rilievo penale”. Ma non solo, perché il magistrato ha aperto anche un procedimento per calunnia nei confronti della donna. Tra qualche settimana, infatti, quest’ultima dovrà comparire davanti al Gup del Tribunale di Cassino, rischiando il processo. L’uomo, ora, vuole costituirsi parte civile per ottenere un risarcimento danni, sia morali che materiali, visto che la verità è arrivata solo dopo cinque anni.
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