Roma, “Chiara del tutto plagiata da Falcioni, la iniziò alla cocaina”

Parla il legale della famiglia Insidioso: “Chiara lo avrebbe confidato al padre. Nonostante fosse stata mandata a Cerveteri, Falcioni riuscì a riportarla a Roma”

Il fondo per le vittime di violenza in Italia è destinato solo agli stranieri, per gli italiani invcece no, siamo all’assurdo”. Lo ha detto a Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, l’Avvocato Massimiliano Santaiti, legale di Chiara Insidioso Monda, massacrata di botte a Roma dal fidanzato Maurizio Falcioni e uscita dal coma dopo molti mesi.

C’è una direttiva comunitaria del 2004  – ha spiegato Santaiti – che impone a tutti gli Stati membri dell’UE di dotarsi di un fondo di garanzia per le vittime di violenza, che non potevano essere risarcite dai loro carnefici in quanto incapienti. Dopo varie condanne, l’Italia ha recepito questa direttiva solo in parte, ovvero solo per la parte relativa ai reati transfrontalieri. Quindi una cittadina tedesca che subisce violenza qui in Italia da una persona incapiente può essere risarcita dallo Stato italiano, mentre una cittadina italiana no”.

E’ una vergogna tutta italiana. L’Italia – attacca l’avvocato –  è l’unico Paese in Europa a non aver ancora recepito questa direttiva. E’ vero che una sentenza pesante può lenire in qualche modo le sofferenze della vittima di un reato e della sua famiglia, ma è altrettanto vero che queste persone poi rimangono abbandonate a loro stesse. E’ emblematico il fatto di Chiara anche per questo. Lei è l’unica donna vittima di violenza che, scampata alla morte, è rimasta in quelle condizioni. Le altre, o sono morte o si sono rifatte una vita. E’ una ragazza di 21 anni che, una volta uscita dall’ospedale, dovrà andare a stare in una sorta di ospizio, insieme ai malati di Alzheimer. Stiamo cercando di portare avanti questa battaglia, per invitare il Parlamento ad istituire questo fondo a garanzie delle italiane vittime di violenza. L’unico politico che finora ha dimostrato interesse alla nostra richiesta è l’Onorevole Luca D’Alessandro, che ha presentato questo disegno di legge alla Camera, che è in attesa di approvazione”.

Il papà di Chiara aveva provato a impedire che la ragazza frequentasse Maurizio Falcioni. “Il papà di Chiara – ha affermato Santaiti – era già preoccupato per la situazione tra lei e il suo fidanzato. Nel settembre del 2013, quando lei aveva 18 anni, Chiara si allontanò da casa e il padre non sapeva dove era andata a finire. Io gli consigliai subito di andare dai carabinieri a sporgere denuncia. I carabinieri la ritrovarono, seguendo il segnale del cellulare. Era andata a stare a casa di Falcioni, che abitava a pochi metri da loro. Tutti lo conoscevano come il balordo del quartiere, un 35enne tossico che viveva di espedienti. I suoi vicini gli avevano detto che Falcioni stava girando intorno a Chiara”.

Il padre – rivela il legale –  cercò di convincerla che quell’uomo non era adatto a lui. Nascondeva addirittura la chiave nelle mutande, per evitare che Chiara potesse scappare di casa di notte. Anche perché sembra che Chiara gli avesse confidato che Falcioni l’aveva iniziata alla cocaina. Poi il padre la mandò dalla madre a Cerveteri. Ma Falcioni riuscì a ricontattarla. Così il papà di Chiara andò dal padre del Falcioni per cercare di convincerlo a dissuadere il figlio a lasciare stare Chiara. Ma il padre di Falcioni lo derise. Mentre Maurizio Falcioni gli disse: ‘Vedrai che Chiara la riporto qua’. E infatti Chiara a un certo punto sparì da Cerveteri e tornò a casa di Falcioni. Il padre di Chiara tornò dai carabinieri, che però si trovavano con le mani legate perché Chiara era maggiorenne e non c’era alcun reato in atto“.

Questo evidenza un vuoto legislativo, perché da anni è venuto a mancare il caso di plagio. Ogni giorno ci sono episodi di plagio nella società, però non si può far nulla. La circonvenzione d’incapace è un reato visto solo in funzione del patrimonio. I carabinieri potevano intervenire solo se Chiara avesse dato soldi a Falcioni. Questo vuoto legislativo porta a far sì che non si prevengano certe situazioni”.

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