Chiude la Mercatone Uno di Borgorose, alcune riflessioni

I lavoratori sono ormai rassegnati a un futuro decisamente precario

Il 1 Maggio non deve essere stata una bella festa del lavoro per i dipendenti e i lavoratori dell’indotto del centro Mercatone Uno di Borgorose. Il punto vendita ha chiuso i battenti il 30 Aprile, anche se rimane qualche giorno di lavoro per le consegne delle rimanenze della svendita e le ovvie attività per la chiusura definitiva e l’abbandono del locali.

L’azienda è stata irremovibile e a nulla sono valse le contrattazioni portate avanti dal sindacato né gli sforzi fiscali dell’amministrazione di Borgorose, che aveva concesso di fatto l’abolizione di tutte le tasse locali pur di scongiurare la chiusura del punto vendita.

I lavoratori, incontrati immediatamente prima della chiusura, sono ormai rassegnati a un futuro decisamente precario, dovuto a un mix di età avanzata e una competenza lavorativa assoltamente tagliata per un qualcosa che, nella zona, non esiste più.

Lavoratori che meriterebbero un futuro migliore. I molti visitatori della svendita finale non hanno avuto la minima percezione del dramma in corso, per l’incredibile dignità dimostrata dai dipendenti. Hanno lavorato come tutti i giorni e forse con un maggior attaccamento a un lavoro ormai perduto, gentili e disponibili verso i clienti:"Ci pagano, dobbiamo meritarci lo stipendio fino all’ultimo”, mi ha detto una di  loro.

Meno sfumata invece la proprietaria del bar all’interno del punto vendita: "Avevo rilevato l’attività solo un anno fa, investendo non pochi risparmi, e ora…".

 

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