La lunga carriera di un criminale di 63 anni, originario della provincia di Cosenza, interrotta dalla Polizia postale e delle comunicazioni a Colleferro, Roma.
I militari lo hanno rintracciato e tratto in arresto in un piccolo centro nei pressi di Roma, dove si nascondeva per sottrarsi all’esecuzione della pena definitiva di oltre 7 anni di reclusione.
I reati di cui è accusato sono di associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione di strumenti di pagamento, truffa, estorsione e altro.
Gli operatori della Polizia postale di Cosenza e della sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica dello stesso capoluogo, con il supporto di personale della Polizia postale di Roma, hanno lavorato insieme.
Così attraverso specifiche indagini informatiche e tradizionali, avviate a seguito di ulteriori, recenti truffe commesse dall’arrestato lo hanno scovato. Sotto il coordinamento della Procura di Cosenza, hanno consentito di individuare l’area geografica della provincia di Roma nella quale presumibilmente orbitava il latitante.
Ulteriori accertamenti ed appostamenti svolti nella zona, con la collaborazione del commissariato di Pubblica sicurezza di Colleferro, hanno dato conferma della presenza dell’uomo in un appartamento della zona.
All’interno del quale gli agenti lo hanno sorpreso nelle prime ore del mattino, in possesso di numerosi strumenti informatici e documenti di interesse investigativo. Tra di essi diversi telefoni cellulari, carte di pagamento e dispositivi per la connessione internet.
Dalle indagini e dagli appostamenti sul luogo è emerso, tra l’altro, che il latitante aveva disponibilità finanziarie. Egli prelevava periodicamente attraverso le postazioni bancomat dell’area in cui è stato individuato, con l’utilizzo di carte in suo possesso.
Gli inquirenti lo considerano uno dei primi criminali informatici e componente di un’organizzazione transnazionale dedita alla falsificazione di strumenti di pagamento ed alle frodi informatiche.
E proprio in una di queste indagini, insieme all’arrestato, era stato coinvolto anche un altro uomo, arrestato, dopo anni di latitanza, nel luglio 2019 a Fiumicino in un’analoga operazione.
Arresto sotto le direttive del sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza Dr.ssa Maria Luigia D’Andrea, con il coordinamento del procuratore capo Dr. Mario Spagnuolo, titolari anche dell’indagine portata a termine ieri.
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