Colleferro, i lavoratori di Lazio Ambiente non trovano pace

Stipendi sempre in ritardo, disputa sulla chiusura o meno dei termovalorizzatori, silenzio da parte della Regione, proteste dei cittadini e blocco dei lavori di revamping

Non trovano pace i lavoratori di Lazio Ambiente, con particolare riferimento a quelli del comparto termovalorizzatori. Stipendi sempre in ritardo, nonostante le rassicurazioni varie, disputa sulla chiusura o meno dei termovalorizzatori di Colle Sughero, silenzio da parte della Regione su questo argomento, proteste dei cittadini e blocco dei lavori di revamping. Proprio della scorsa settimana l’ennesimo blocco e dietro front di un mezzo pesante diretto a Colle Sughero. Ancora materiale non arrivato a destinazione e materiale da portare indietro. Dichiarazioni da parte dell’amministrazione comunale di Colleferro su decisioni della Regione che però ancora non comunica ufficialmente le proprie intenzioni.

“Non possiamo non considerare gravissime le ultime dichiarazioni del sindaco di Colleferro in merito allo stato dei termovalorizzatori di proprietà della Regione Lazio – il commento delle RSU Filctem Cgil, UIL Uiltec, Ugl Energia –  tale valutazione deriva dal fatto che è stata la Regione a ribadire l'estrema delicatezza del momento, al riguardo del bando di vendita delle quote di Lazio Ambiente Spa, garantendo e sollecitando tutti gli sforzi volti a favorire da parte dei comuni il pagamento dei piani di rientro e delle quote mensili relative ai servizi ricevuti al fine di consentire il pagamento puntuale degli stipendi, invitando quindi tutte le parti coinvolte alla calma necessaria seppur difficile”.

“Le dichiarazioni sono gravissime perché si fa riferimento ad un documento redatto dalla Regione in cui si 'consiglia' di evitare o 'deviare' qualsiasi trasporto relativo al materiale necessario al revamping diretto agli impianti proprio per non "condizionare" negativamente il bando in corso, a causa delle proteste dell'amministrazione comunaleaffermano Talone Caporossi e Lucci se quello che sostiene il sindaco fosse vero sarebbe di una gravità inaudita perché a nostro avviso sono gli slogan di guerra e le azioni, fuori legge e da nessuno punite, di blocco di camion autorizzati che rischiano di condizionare negativamente questa gara oltre la mancanza di un piano regionale dei rifiuti, in assenza del quale ci chiediamo chi e perché deciderebbe di investire decine di milioni di euro a Colleferro”.

Vale ricordare, a beneficio di chi legge, che ad oggi se la Regione, che insieme ad Ama spa hanno investito quasi 10 milioni di euro di soldi pubblici sugli impianti, “avesse perseguito convintamente e responsabilmente quanto deliberato e non fosse stata ‘ostaggio’ di lotte demagogiche e di assurdi ricatti elettorali, gli impianti sarebbero in marcia e la situazione finanziaria di Lazio Ambiente sarebbe sicuramente meno drammatica – proseguono i rappresentanti dei lavoratori – forse non ci sarebbe necessità di portare i rifiuti fuori regione, non ci sarebbe un intero indotto in sofferenza e centinaia di famiglie in estrema difficoltà economica. Chiediamo pertanto alla Regione Lazio di chiarire il "mistero" dell'’esistenza di questo documento inerente il blocco dei mezzi e che si faccia garante, con tutte le parti coinvolte, del rispetto del periodo delicato del bando di vendita oltre a mantenere quanto comunicato al tavolo sindacale in termini di puntualità di corresponsione delle retribuzioni, ricordando, qualora servisse, ai sindaci la lettera del Segretario Generale Tardiola sul tema dei pagamenti in favore di Lazio Ambiente”.

Tutto questo alla luce del fatto che si avvicina il 27 del mese e ogni mese la storia si ripete. “Non vorremmo che anche per questo stipendio si debbano rendere necessari atti di protesta da parte delle maestranze e dei sindacati – le conclusioni di Talone, Caporossi e Lucci – se si chiede responsabilità ai lavoratori ed alle parti sociali bisogna esserne per primi d’esempio”.

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