Da questa mattina i lavoratori di Lazio Ambiente hanno presidiato la sede di Colleferro sita in Corso Garibaldi e ci resteranno per diversi giorni. Abbiamo parlato della difficile situazione con Carla Lucci, Rappresentante Ugl e Alessandro Caporossi, rappresentante sindacale Uil e Uiltec comparto dei termovalorizzatori
Lucci, qual è lo scopo della vostra manifestazione?
Noi manifestiamo contro la giunta regionale Zingaretti per il mancato pagamento delle retribuzioni e soprattutto una mancanza di futuro lavorativo.Attualmente ci sono quasi 400 famiglie che non hanno ben chiaro quale sarà il loro destino. Lazio Ambiente è divisa in due settori. Uno è quello dei termovalorizzatori di cui mi occupo io e poi c’è il settore dei servizi ambientali, quindi lo spazzamento. Siamo 70 persone nell’impianto di termovalorizzazione per il quale la giunta Zingaretti ha investito quasi 12 milioni di euro di soldi pubblici. I lavori sembravano essere iniziati. Poi quando le associazioni ambientaliste, capitanate dal sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna, sono intervenute, hanno subìto un blocco, di fatto i lavori sono stati interrotti. Quelli fatti fino ad ora rischiano di diventare soldi pubblici buttati. I lavoratori hanno subìto e hanno ingoiato gli ammortizzatori sociali, finalizzati a una ristrutturazione generale che poi, di fatto, non è avvenuta. Questa è un’azienda al collasso, perché se ognuno avesse fatto quello che gli spettava non saremmo qui. A partire da una dirigenza che, evidentemente, è compartecipe di una catastrofe societaria passando per tutti i comuni che non pagano e la Regione Lazio che non riesce a prendere una decisione.
Se si cambiasse l'impiantisitca, voi cosa fareste?
Le rappresentanze sindacali hanno sempre ribadito in tutte le sedi regionali, il fatto di consentire agli impianti di ripartire, e nel frattempo di dare vita a quello che la Regione e il sindaco di Colleferro hanno tanto sbandierato, ovvero l’ impianto multimateriale e quello di compostaggio, impianti che non si costruiscono a chiacchiere ma con progetti, autorizzazioni e finanziamenti. La proposta sindacale è, se la politica ha deciso che il trattamento dei rifiuti deve avvenire attraverso un’altra tipologia di tecnologia, allora cominciassero a costruirlo, consentissero e valorizzassero quei soldi che hanno investito; questo non è mai stato fatto. Alcuni comuni hanno dichiarato che vorrebbero pagare Lazio Ambiente, ma ci sono i pignoramenti da parte dei fornitori di Lazio Ambiente che stanno subendo anche loro questa situazione. Non lamentiamo solo il mancamento degli stipendi e un futuro incerto, anche la mancanza del pagamento dei contributi previdenziali, le ritenute irpef, fondi pensione di categoria e anche delle cessioni del quinto.
Nessuna istituzione è dalla vostra parte?
C’è stata qualche manifestazione di solidarietà. Però noi non la vogliamo e nemmeno vogliamo l’assistenzialismo. Noi desideriamo essere pagati per il lavoro che facciamo. Ci devono far lavorare. Ci sono 400 famiglie al collasso, c’è gente che non riesce più a fare la spesa per mangiare. Una vergogna di cui la politica deve farsi carico.
Caporossi, i termovalorizzatori inquinano?
Non tirano fuori margherite, ma ciò che emerge dai dati pubblicati da Arpa deve far riflettere. È più di un anno che gli impianti sono spenti e paradossalmente l’aria della valle del Sacco è più inquinata. Le istituzioni hanno favorito il blocco degli impianti. Noi chiediamo una presa di coscienza della realtà che, a quanto pare, dice tutt’altro. Non siamo sostenitori dei termovalorizzatori, ma vogliamo la garanzia occupazionale e salariale poi se vengono fatti degli impianti di sostituzione, ben venga. Però per portare avanti i progetti per la realizzazione di nuovi impianti, bisogna fare un percorso di qualche anno. Quindi siamo favorevoli alla nuova impiantistica, ma nei tempi che intercorrono per realizzarli bisogna trovare una soluzione definitiva per noi lavoratori. Lo chiediamo alle istituzioni e specialmente alla Regione Lazio che è la proprietaria della nostra società, ai sindaci della valle del Sacco, al sindaco di Colleferro, alla sindaca Raggi, perché comunque il problema dei rifiuti del Lazio ha radici profonde e lo deve affrontare tutta la politica regionale. Bisogna assumersi le responsabilità e tutti otterremo la soluzione migliore
Il presidio resterà tutti i giorni fino al 20 di febbraio e poi cosa farete?
Se durante questi giorni non cambia niente, allora agiremo in maniera diversa e più forte. Vogliamo il rispetto, perché ci stanno umiliando. Un padre di famiglia non può non avere denaro per far mangiare un figlio. Non vogliamo fare la guerra a nessuno, siamo stati costretti a fare questa azione. Hanno calpestato la nostra dignità, spero che Zingaretti, Raggi e gli altri politici ci ascoltino e ci aiutino. È un’emergenza sociale.
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