Categorie: Cronaca

Colleferro, “Svuotiamo la Libreria”: iniziativa nata per aiutare Nunzia

“Andare via, ho pensato a questa eventualità da tempo” così scriveva Nunzia Pressamariti sul suo profilo facebook lo scorso due luglio mentre erano in corso le sue ricerche. La donna, titolare di una libreria a Colleferro, aveva fatto perdere le sue tracce per 18 lunghissime ore. “Andare via per me significa non esserci più, non essere più nella vita, questa vita”  prosegue la donna nell’appello disperato lanciato sul social network  “non riesco a scorgere qualcosa per cui valga la pena rimanere”. Sono parole piene di solitudine e sofferenza, che fanno subito scattare l’allarme tra parenti, amici e clienti affezionati. “Lavoro 10 ore al giorno e riesco a stento a mettere insieme i soldi per pagare i libri, poi gli affitti, casa e libreria, equitalia, bollette. Sono depressa, mi sento sola, stanca e infelice”. E poi prosegue “chiedo allo stato Italiano se vuole estinguere il mio debito con la banca e se può aumentare la pensione a mia sorella per permettergli di vivere dignitosamente”.

Nunzia aveva motivato così la decisione di farla finita ma, dalle parole della donna, la sfiducia verso la società non è l’unico tema che emerge: molto forte lo strazio per un destino che le aveva portato via prima il marito, poi la sorella minore. Ore durissime di attesa e speranza, poi il ritrovamento della donna alle sette del mattino seguente. Intanto sui social sono impazzate le iniziative di solidarietà rivolte proprio a Nunzia: una raccolta fondi per aiutarla a estinguere il suo debito e l’appello lanciato da una pagina Facebook a “svuotare” gli scaffali della Libreria Sangraal. Ci siamo recati anche noi nella libreria e al nostro arrivo il locale era colmo di persone che frugavano ovunque. Nonostante gli scaffali fossero semivuoti, siamo riusciti ad acquistare due libri di poesiae una biografia storica. “La storia di Nunzia è la storia di tutti noi” così ha commentato la vicenda una giovane donna molto vicina a Nunzia. “La quantità di gente intervenuta e la solidarietà che si è mossa intorno a questa storia è straordinaria e inaspettata”. Nessun intervento arriva invece dal mondo politico, cliché che conferma che le grandi battaglie di solidarietà alla fine le combattono sempre i cittadini.

Oggi Colleferro è davvero Città della cultura, non per il prestigioso titolo ricevuto, ma per il grande messaggio che tanti uomini e donne hanno lanciato. Oggi a Colleferro hanno vinto davvero la cultura, la solidarietà e soprattutto la vita. A Nunzia dedichiamo questa ode tratta dal  libro “Poesia di una vita” di Pablo Neruda acquistato presso la sua libreria:

Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte, 
succede solo che sono felice 
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.

Camminando, dormendo o scrivendo, 
che posso farci, sono felice. 
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie, 
sento la pelle come un albero raggrinzito, 
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima, 
il mare come un anello intorno alla mia vita, 
fatta di pane e pietra la terra 
l’aria canta come una chitarra.

Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché sì,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
essere felice.

Foto facebook

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