Categorie: Politica

Colosseo chiuso, Renzi furioso: “Subito decreto legge”

"Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l'Italia. Oggi decreto legge #Colosseo#lavoltabuona". Matteo Renzi manifesta la propria ira per quanto accaduto stamani a Roma, quando il Colosseo, il Palatino, il Foro Romano, le Terme di Diocleziano e Ostia antica sono rimasti chiusi per tre ore a causa di un'assemblea sindacale. Il Presidente del Consiglio non ha digerito quanto accaduto e intende agire immediatamente,  proponendo nel Consiglio dei Ministri di stasera l'inserimento di musei e luoghi della cultura nei servizi pubblici essenziali. L'obiettivo è evitare che nel giro di nemmeno due mesi possano ripetersi episodi come quello di oggi e di Pompei del 24 luglio scorso. In molti sostengono che simili comportamenti arrechino un danno di immagine molto grave all'Italia, con i turisti stranieri spaesati e increduli nell'apprendere di essere impossibilitati a visitare monumenti di rara bellezza.

Nel caso di stamani, si sono formate lunghe code dalle 8 alle 11, con molte persone a chiedersi cosa fosse successo, visto che quanti si avvicinavano alle cancellate del Colosseo trovavano il servizio di sorveglianza. A questo si è aggiunto anche un disguido al limite del tragicomico: agli ingressi dell'Anfiteatro Flavio sono stati esposti alcuni cartelli in italiano e inglese nei quali si spiegava il motivo della chiusura del monumento simbolo. Su alcuni di essi, però vi era un errore, ossia che la chiusura sarebbe durata fino alle 11:30 p.m., invece che a.m.

L'accaduto ha scatenato la polemica, con la maggior parte dei commenti critici nei confronti dei sindacati. Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini ha avvertito: "La misura è colma". Il Codacons ha assunto una posizione durissima: "In questi casi serve l'esercito". La Soprintendenza, invece, frena: "Solo ritardi". Si tratta di una posizione minoritaria: tra politici e utenti dei social network prevale un sentimento di condanna. Su queste posizioni anche il presidente della Camera, Laura Boldrini: "Non si può immediatamente, senza preavviso, mettere in atto una rimostranza di questo genere causando anche una danno alla cultura del nostro Paese. Noi dobbiamo rivalorizzare la cultura e portarla ad essere uno dei settori su cui basare la nostra crescita. È giusto svolgere attività sindacali ma penso che questa attività debba essere svolta entro un quadro preciso".

I sindacati, tuttavia, rivendicano la scelta fatta. "E' uno strano Paese – sostiene il segretario della Cgil, Susanna Camusso – quello in cui un'assemblea sindacale non si può fare. Capisco fare "attenzione in periodi di particolare presenza turistica, ma se ogni volta che si fa un'assemblea si dice che non si può, si dica chiaramente che non ci possono essere strumenti di democrazia". Claudio Meloni, coordinatore nazionale Cgil per il Mibact, rilancia: "La vertenza sui beni culturali potrebbe portare ad uno sciopero nazionale e le dichiarazioni odierne del ministro Franceschini certo non aiutano. Cgil,Cisl e Uil hanno già avviato le procedure previste dalle legge".

Nel mondo della politica, al momento è soltanto Rifondazione Comunista, per bocca del segretario Massimo Ferrero, a sostenere le ragioni dei sindacati: "Sono indecenti gli attacchi ai lavoratori del Colosseo e dei Fori che oggi hanno indetto un'assemblea sindacale, con la conseguente chiusura per poche ore dei siti archeologici. La Costituzione garantisce il diritto dei lavoratori di riunirsi in assemblea, questo bisognerebbe dire ai turisti! Franceschini dovrebbe occuparsi piuttosto dello stato in cui versa il nostro patrimonio artistico e culturale, che cade purtroppo letteralmente a pezzi". La polemica è nuovamente servita.

AGGIORNAMENTO ORE 18.45: anche Matteo Salvini ha commentato la vicenda, e lo ha fatto con i consueti toni caustici:  "Colosseo e Fori chiusi per assemblea sindacali – ha scritto il segretario della Lega su Facebook – turisti inferociti. Che vergogna…Invece di pensare alle Olimpiadi a Roma, che Renzi si svegli e non ci faccia fare figure di cacca a livello mondiale".

 Il ministro Franceschini ha fornito un ulteriore commento: "L'assemblea dei lavoratori di questa mattina al Colosseo era autorizzata secondo le regole attuali ed il risultato è quello che avete visto con i turisti fuori in fila. Dunque bisogna cambiare le regole. Nessuno tocca i diritti sindacali ma si vuole tutelare anche i diritti dei cittadini e dei turisti".

AGGIORNAMENTO: il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto che equipara i musei ai servizi essenziali.

Redazione

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