Contributo unificato per le cause civili: scongiurato l’aumento

Dichiarato inammissibile l’ennesimo aumento della tassa per accedere alla giustizia civile

L'emendamento n. 3.4116, presentato dal Governo nella seduta del 15 dicembre, che prevedeva ancora una volta l'aumento del contributo unificato dovuto per gli atti giudiziari, è stato (a sorpresa) dichiarato inammissibile durante l'iter di approvazione della legge di stabilità 2015.

Almeno per ora (ma non si per quanto tempo, visto che il Governo quando ha bisogno di soldi  aumenta o le accise sui carburanti o il contributo unificato delle cause civili) è stato scongiurato l'aumento del C.U.

Il testo licenziato dal Senato è stato approvato ieri alla Camera in via definitiva. 

Naturalmente, però, non poteva filar via tutto liscio per la giustizia italiana. E, quindi, ecco la sorpresa di fine anno: è stata tolta l'esenzione dalle spese di notifica  e dai diritti di cancelleria per le cause e le attività conciliative in sede non contenziosa di valore fino a 1.033 euro.  

Detta esenzione era prevista dalla legge che aveva istituito la figura del Giudice di Pace ( comma 1 dell'art. 46 della L. 374/1991 e successive modificazioni). 

Il comma 82 della legge di stabilità 2015 ha introdotto nell'art. 46 il comma 1-bis che impone a tutti (cittadini e imprese) il versamento delle spese di notifica per controversie di qualunque valore, comprese quelle al di sotto dei 1033 euro.

La novità appare veramente iniqua e vessatoria nei confronti di quei cittadini alle prese con cause di modesto valore, rendendo sempre meno conveniente il ricorso alla giustizia, ad esempio per le impugnazioni delle multe o per recuperare crediti di valore contenuto.

L'assurdo è che il costo sostenuto dai cittadini (lo si evince dal tenore letterale dell'art. 82 che pubblichiamo di seguito) non serve a migliorare, a vantaggio degli stessi, la funzionalità del  servizio del Giudice di Pace , ma serve a "assicurare la piena funzionalità degli uffici di esecuzione penale esterna".

Come spesso accade il Governo sembra attuare il gioco del  "tappabuchi"  attingendo qua e là risorse economiche, in maniera casuale, per destinarle altrove. Il tutto senza una programmazione seria, senza tagli alla spesa improduttiva e tartassando sempre di più i cittadini e la loro richiesta di giustizia.

 

Di seguito il testo del comma 82:

82. All’articolo 46 della legge 21 novembre 1991, n. 374, e successive modificazioni, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:
« 1-bis. Per le notificazioni richieste agli ufficiali giudiziari, i diritti e le indennità di trasferta o le spese di spedizione sono dovuti dal notificante ai sensi delle disposizioni vigenti. Le risorse derivanti dall’attuazione del presente comma restano nella disponibilità del Ministero della giustizia al fine di assicurare la piena funzionalità degli uffici di esecuzione penale esterna. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, su proposta del Ministro della giustizia, le occorrenti variazioni di bilancio ».

 

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