Coronavirus: dall’autobus i giorni della paura nell’assordante silenzio di Roma

Le immagini della Capitale nei giorni del Coronavirus resterà indelebile nella memoria di tutti

Chissà se in altri tempi ci sarebbe stato un Trilussa a scriverne con la sua arguzia, o magari un Venditti a cantarne con la sua melodia, ma la Capitale nei giorni del coronavirus resterà indelebile nella memoria di tutti. Chissà se mai capiterà di ritrovare una città in questa veste, una città che sembra quella deserta e indefinita di un ferragosto senza caldo torrido né cicale, una Roma rintanata in casa così che forse solo durante una finale dei Mondiali di calcio. sarebbe stata spunto per poeti e cantanti, ma in epoca di social network e musica trap, non ne resterà forse una traccia artistica, ma sicuramente una memoria visiva di grande rarità. Tra saracinesche abbassate e file davanti ai supermercati, tra bar chiusi e vetrine al buio, il silenzio della Capitale che arriva dai capolinea dei bus e dai treni delle metropolitane semivuoti è sicuramente quello che lascia più interdetti.

Piazzali che ogni mattina brulicano di centinaia di persone in continuo movimento, oggi sono affollati più da autobus vuoti che da persone. Il continuo vociare all’interno dei mezzi pubblici è ormai sostituito da sguardi introspettivi spesso seminascosti da mascherine. La distanza imposta dalle nuove regole, ha allontanato dai mezzi pubblici ed ha allontanato tra loro tutti i membri di quella comunità casuale che di volta in volta si creava all’interno di un bus. La paura del contagio è evidente tra i passeggeri, ma è altrettanto visibile negli occhi di chi deve svolgere il proprio lavoro mentre all' Italia intera si chiede di stare a casa. La paura di un nemico subdolo e invisibile che si combatte solo restando gli uni lontani dagli altri, senza armi se non quelle di restare a casa ad aspettare che sparisca. Questa pandemia ci cambierà molto sotto tanti punti di vista, speriamo lasci nelle menti di ognuno il ricordo dei sacrifici che stiamo facendo tutti insieme per tornare ad affollare questa città, per tornare quella vociante massa indisciplinata immersa nel traffico.

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