Corte Costituzionale, quanto produce e quanto ci costa?

Decisioni a rilento di un organo pagato a peso d’oro

E' passato un mese dalla Camera di Consiglio del 12 febbraio 2014 avente ad oggetto l'esame delle cinque ordinanze relative alla possibile incostituzionalità del d.lgs 23/2011 (in materia di locazioni) e ancora non è stata depositata la relativa sentenza.

Lo stesso giorno la Consulta trattava la legge Fini-Giovanardi (in materia di stupefacenti) attivandosi immediatamente a fare un comunicato stampa con la anticipazione della dichiarazione di incostituzionalità della stessa.

Nonostante comprendiamo l'importanza della materia relativa agli stupefacenti, quello che non si capisce è perchè lo stesso trattamento non sia stato riservato anche ad una materia (quella delle locazioni) che interessa centinaia di migliaia di persone in Italia che stanno attendendo questa benedetta sentenza sulla incostituzionalità del d.lgs 23/2011 da oltre due anni.

Sembra che esistano materie di serie A e di serie B e si nota una certa preferenza della Corte a trattare argomenti a maggiore impatto mediatico.

Non vorrei tediare il lettore evidenziando lo scarno calendario mensile dei lavori dei giudici costituzionali, nonchè il contagocce con cui vengono emessi i provvedimenti, però è interessante quanto emerso da uno studio condotto dal Prof. Perotti, ordinario della Università Bocconi, sui costi per lo Stato dell'apparato Corte Costituzionale: 

1) Lo stipendio lordo del presidente ammonta a 549 mila 407 euro (poco meno di 50.000 Euro/mese), mentre quello di un componente del collegio si abbassa di circa centomila euro: 457 mila 839 euro, per la precisione (poco meno di 40.000 Euro/mese). 

In Gran Bretagna, i colleghi dei nostri giudici costituzionali incassano ogni anno 217 mila euro, meno della metà. 

In Canada ci si discosta di poco: 234 mila euro per il presidente, 217 mila per i semplici togati. 

Ma il meglio lo si registra negli Stati Uniti: il presidente della Suprema Corte ha una retribuzione di 173 mila euro, mentre gli altri si fermano a 166, cioè un terzo di quanto incassano i componenti della nostra Consulta.

 

2) Lo stipendio non tiene conto dei vari benefit, che per i giudici della Corte costituzionale italiana non sono pochi. Si va dall’auto blu a disposizione in ogni momento, con tanto di tessera Viacard e Telepass, ai biglietti ferroviari, aerei e di altri mezzi di trasporto: tutto a carico del bilancio pubblico. Ogni giorno lavorativo dei togati, essendoci due autisti a disposizione, viene dunque a costare 750 euro. 

In un anno il servizio costa 2,25 milioni, cioè 150 mila a giudice; a questo punto converrebbe far viaggiare i guardiani della Costituzione in elicottero, si spenderebbe la stessa cifra. 

 

3) A questi dati c’è da aggiungere altro, perché i 15 fortunati dispongono anche di telefonino, pc portatile e di un’utenza telefonica domestica a spese dello Stato (ma, bontà loro, a quella possono rinunciare). 

4) Non è finita: per non sottoporre i giudici a uno stress eccessivo durante i trasferimenti da casa all’ufficio, l’amministrazione ha pensato bene di mettere a loro disposizione una foresteria (dunque quindici) composta da uno o due locali con annessi servizi igienici e angolo cottura. Perotti precisa che gli alloggi sono nello stesso Palazzo della Consulta o in via della Cordonata, cioè in pieno centro.

Risultato: la nostra Corte costituzionale costa più di tre volte quella inglese. Quarantun milioni contro i 13 della Corte britannica. 

Le spese per il personale, giudici esclusi, è dieci volte superiore: più di 28 milioni contro i 2 milioni e mezzo (scarsi) raggiunti dai sudditi della regina Elisabetta. 

5) Attenzione però: da questo resoconto paiono escluse le pensioni per gli ex e per i superstiti, e siccome in media ogni giudice che ha lasciato il servizio costa 200 mila euro l’anno e di ex ce ne sono 120 cui si sommano 78 superstiti (cioè vedove) fanno altri 5 milioni e 800 mila euro, cui vanno sommati 13 milioni e mezzo di pensioni dei dipendenti (costo medio 68 mila euro). 

A questo punto sorge spontanea la domanda: c’è da stupirsi se la Corte costituzionale ha bocciato il taglio alle pensioni d’oro? 

E ancora: a fronte di questi lautissimi stipendi,  i Giudici della Corte non potrebbero essere un pò più veloci a dare risposte alle richieste di giustizia dei cittadini che li pagano?

Avv. Paolo Cotronei

 

 

 

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