Cristo non si è fermato a Eboli … ma a Valmontone

Un cittadino di un comune limitrofo scrive una lettera indirizzata agli amministratori di Valmontone riguardante gli abbonamenti per il parcheggio alla stazione ferroviaria

Quante volte ci capita di subire qualche situazione generata dall’essere umano di cui non ne riusciamo a capirne la ragione? Per avere una risposta plausibile dovremmo partire ad analizzare la relazione causa – effetto, basandoci su una teoria di riferimento. In qualche caso però non esiste solo una teoria ma, ahimè, ne possono esistere due, alquanto complicate e in netto contrasto tra loro. Una, prettamente scientifica, che è quella dell'evoluzione di Darwin che sostiene che gli esseri umani avrebbero un antenato in comune con le scimmie. L’altra, religiosa, descritta nel libro della Genesi, in cui si sostiene che tutti gli organismi viventi sono stati originati da atti specifici di creazione divina con l’Uomo creato a immagine e somiglianza di Dio.

I credenti sostengono la teoria del Creazionismo mentre gli atei sostengono quella dell’evoluzione. Ma veniamo al punto della questione e immaginiamo un pendolare della tratta ferroviaria Valmontone-Roma. Immaginiamo che il pendolare sia lo sfigato Ugo Fantozzi. Fantozzi tutte le mattine per andare al lavoro esce di casa con la sua bianchina per prendere il treno a Valmontone. Spera di non trovare traffico lungo la strada e di trovare (invano) un parcheggio libero vicino la stazione ferroviaria, perché non può permettersi di pagare due euro al giorno che a fine anno equivalgono a circa quattrocentocinquanta euro (equivalente al costo annuo della TARI).

In ufficio il ragionier Filini gli consiglia di fare l’abbonamento mensile, così da risolvere il problema. Fantozzi gli chiede notizie sul costo dell’abbonamento, visto che i viaggi sono cinque ogni settimana, e il ragionier Filini gli dice che il costo è di trenta euro al mese. L’abbonamento gli farà risparmiare la bellezza di cinquanta centesimi al giorno (se viaggia però tutti i giorni settimanali facendo lo straordinario tutti i sabato e domenica) e lo invita ad andare subito all’ufficio abbonamenti. Fantozzi è contento e in cuor suo spera che nell’ufficio abbonamenti lavori la signorina Silvani. Fantozzi chiede al ragionier Filini quando  poter fare l’abbonamento e la risposta è immediata: “Tutti i giorni feriali, escluso il sabato, dalle ore 8 alle 14 e il martedì e il giovedì anche il pomeriggio fino alle 16”.

Fantozzi si rende conto che per lui è impossibile andare nei giorni lavorativi a fare l’abbonamento, né se la sente di mandarci la figlia Mariangela o la moglie Pina per evitare il rischio che possano incontrare la signorina Silvani…succederebbe la guerra in famiglia. Penserebbero che lui va al lavoro con il treno apposta per fare l’abbonamento per poter stare qualche minuto da solo con la signorina Silvani. Però per andare a fare l’abbonamento non può chiedere un permesso o, peggio, un giorno di ferie al mese perché il megadirettore galattico lo licenzierebbe in tronco. Allora Fantozzi ci va il sabato mattina, sperando che il ragionier Filini si sia sbagliato.

Bussa con timore riverenziale alla porta dell’ufficio abbonamenti , entra e ci trova tre persone che a prima vista somigliano ai controllori della sosta e pieno di speranza, visto che sono persone che lavorando anche il sabato percepiranno di sicuro anche uno stipendio al riguardo, chiede di poter fare l’abbonamento. Alla faccia del ragionier Filini e a quella del megadirettore galattico, pensa Fantozzi, ridacchiando tra se e se. Ma uno dei tre subito lo redarguisce con fare saccente “Ma non sai leggere? Il sabato è chiuso!”. Il secondo gli suggerisce di incaricare qualcuno per fare l’abbonamento durante la settimana. Questa ipotesi da Fantozzi viene subito scartata perché pensa a Mariangela e Pina…no! Per carità di Dio. Il terzo lo ammonisce dicendogli che lunedì mattina prima di prendere il treno si deve ricordare di fare il ticket del parcheggio (due euro) altrimenti si becca la multa. Fantozzi li guarda, smarrito e stupito, e non riesce a capire come mai tre persone, stipendiati dai proventi dei parcheggi, che stanno sabato mattina in un ufficio, non possano fare abbonamenti per il parcheggio. Ah! Se quei tre lavorassero per il megadirettore galattico, pensa Fantozzi, sai quanti abbonamenti dovrebbero fare il sabato!

Fantozzi, però, ripresosi dallo sconforto, non si perde d’animo e si dirige verso la ricevitoria Sisal/Lottomatica più vicina, perché è convinto che gli abbonamenti si possano pagare anche là, come si fa per lo scuolabus o per la mensa scolastica. Una buona amministrazione comunale le pensa tutte, immagina Fantozzi, quindi figurarsi se non hanno pensato di far pagare l’abbonamento alla Sisal/Lottomatica. Anche qui però delusione atroce! Il Comune non ha pensato a nessuna convenzione…i soldi li vuole immediatamente per se…tanti, benedetti e subito, anche se Fantozzi pensa che non siano proprio benedetti, visto che ricorda di avere letto che qualche altra attenta persona li ha definiti lo sterco del diavolo. Fantozzi, mesto e affranto, se ne torna a casa sperando che tutto ciò sia un brutto sogno e nel contempo cerca di capire a quale teoria credono gli amministratori che hanno progettato questa tipologia di parcheggi, che, invece di agevolare i lavoratori, li aspettano al varco, come nel film di Benigni e Troisi…un fiorino! due fiorini!

E poi come si fa a non prendere in considerazione “il pendolare” (povero Cristo), che parte la mattina alle sette e torna la sera alle sette, dal lunedì al venerdì, salvo scioperi, treni con ritardi quotidiani, treni che si guastano lungo la ferrovia ect, ect. I succitati amministratori a quale teoria pensate che essi credano? Lanciamo un sondaggio su Facebook! Vediamo se vince quella del Creazionismo oppure, come danno i bookmakers, quella dell’Evoluzione. Caro Sindaco, pensi a urgenti provvedimenti per essere vicino ai pendolari e lavoratori, dando loro un servizio completo che giustifichi (?) quasi trecentocinquanta euro l’anno a capoccia. Aldilà di eventuali giustificazioni ci chiediamo con che coraggio si obbligano lavoratori a spendere trecentocinquanta euro solo per lasciare un’auto per andare a lavorare per campare una famiglia. Prenda esempio anche da qualche città limitrofa, dove i lavoratori, anche a quelli che risiedono a  Valmontone, possono parcheggiare l’auto sulle strisce blu antistanti l’ufficio o il negozio dove essi lavorano, pagando una tariffa semestrale di euro cinquanta. Gli stessi lavoratori, però, possono parcheggiare l’auto senza pagare un centesimo in parcheggi a lunga sosta, distanti neanche tre minuti a piedi dal centro.

Peccato che la nostra Artena non abbia la stazione FS, ma, se si vogliono risparmiare trecentocinquanta euro l’anno, si può prendere il Cotral, perché da noi parcheggi a lunga sosta non si pagano…e di fronte c’è la fermata del bus.

Lettera firmata

Articolo su Notizie del Cuore (menisle di Artena, Valmontone, Lariano e Labico), sul numero di settembre

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