Delitto Mollicone, caso non archiviato e il padre lancia accuse

“Serena andò dai Carabinieri per denunciare lo spaccio di droga ma trovò la morte. Il maresciallo Mottola la rimproverò perché voleva denunciare suo figlio”

Il Gip di Cassino ha stabilito di non archiviare il caso di Serena Mollicone, la ragazza di Arce uccisa nel bosco di Fonte Cupa, in località Anitrella, in provincia di Frosinone, il 1 giugno 2001. Guglielmo Mollicone, padre di Serena, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “La storia oscura”, condotta da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , svelando un particolare riguardante la vicenda.

Serena era andata in caserma – ha raccontato Mollicone – per denunciare lo spaccio di droga che c’era ad Arce in quel periodo. Era andata lì per avere giustizia e invece ha trovato persone che l’hanno ammazzata. Il maresciallo Mottola qualche giorno prima l’aveva rimproverata in piazza perché lei si era permessa di aver detto al figlio che l’avrebbe denunciato per spaccio. Mottola, anziché prendere il figlio e attaccarlo al primo palo che trovava per strada, ha rimproverato Serena. Il figlio del maresciallo spacciava, ci sono verbali dei carabinieri che lo attestano".  

Oltre alle dichiarazioni del padre di Serena, arrivano dettagli molto importanti sul provvedimento del Gip del Tribunale di Cassino Angelo Valerio Lanna, che ha respinto l'archiviazione del caso. Nel provvedimento, Lanna ha notato che "non sarebbe del tutto peregrina   pellegrina l’ipotesi di procedere alla riesumazione della salma".

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