Di Maio: “Salvini indagato? No dimissioni ma atto dovuto”

”L’indagine di Agrigento “è un atto dovuto,perché le decisioni sulla Diciotti facevano capo al Viminale

Il vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno Matteo Salvini si dovrebbe dimettere? “No”. L’indagine di Agrigento “è un atto dovuto. Perché le decisioni prese a proposito della Diciotti facevano capo al Viminale. Ma le scelte del governo sono state condivise. Inoltre mi lasci dire che c’è una bella differenza tra un politico indagato per un atto dovuto perché fa l’interesse della nazione ed eletti del Pd indagati per corruzione, concussione e istigazione a delinquere. Quando sarà il momento lo spiegheremo ai giudici con i quali non ci vogliamo certamente mettere in contrapposizione. Sono logiche del passato che non ci appartengono e dalle quali prendiamo le distanze. È giusto e normale che i giudici facciano serenamente il loro lavoro”. Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, lo dice alla Stampa.

Il ‘Codice etico’ “è sempre lo stesso. E continua a valere- spiega Di Maio- Di fronte agli atti dovuti ci siamo sempre comportati così. Con Raggi, con Appendino e con Nogarin”.

“Molti governi ci attaccano chiamandoci populisti, senza rendersi conto che hanno le ore contate. Alle prossime elezioni europee prenderanno una batosta memorabile. Anche in Francia, Germania o Spagna i cittadini che la pensano come noi sono la maggioranza. Persone che hanno problemi profondi. A cominciare dalla povertà”. Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, lo dice alla Stampa.

“Credo che i singoli Paesi europei si siano sempre fatti gli affari loro e che l’Italia sia sempre andata in soccorso di tutti. Ora il vento è cambiato. Le contraddizioni stanno venendo fuori- dice Di Maio- Penso alla Spagna, che ci fa la morale ma ha rimandato i migranti in Marocco e ha chiesto aiuto all’Europa a pochi mesi dall’apertura dei suoi porti. Su questo tema l’Ue si gioca la propria credibilità”.

Un Paese “come il nostro, con dieci milioni di persone sotto la soglia di povertà e tre milioni di persone che non hanno da mangiare– rileva il vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro- deve preoccuparsi prima dei diritti sociali, della disoccupazione e delle tasse. Lavoro e impresa. Queste sono le nostre priorità”.

La soluzione trovata per il caso della nave Diciotti, con la gran parte dei migranti ospitata in Italia e circa 40 divisi tra Irlanda e Albania, “è stata un chiaro segnale al mondo per dire che l’Italia fa sul serio sulla redistribuzione dei migranti. E i giorni passati per risolvere il caso sono serviti a trovare la soluzione migliore per chi era a bordo”. Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, lo dice alla Stampa. E in tutto ciò, aggiunge Di Maio, “Albania e Irlanda hanno dato uno schiaffo ai grandi d’Europa. E anche la Chiesa”.

Agenzia Dire

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