Distretto Travertino Romano, Coltella: “Tutti i nodi vengono al pettine”

Negli ultimi 10 anni questa attività ha perso più di mille lavoratori, nella quasi totalità sugli impianti di lavorazione

Partendo proprio da questo motto: “Tutti i nodi vengono al pettine”, possiamo capire il perché siamo in questa situazione che vede, da una parte, un’amministrazione comunale determinata a dare una svolta sulla gestione del territorio e, dall’altra, un’attività imprenditoriale millenaria che ha contribuito in maniera consistente allo sviluppo dello stesso. E inoltre un pettine fatto di norme amministrative stratificatesi negli anni, con inevitabili sovrapposizioni. In mezzo gli operai e gli impiegati di questa attività, ma anche chi fa girare la propria economia direttamente o indirettamente sull’estrazione e la lavorazione del Travertino Romano. Infatti qualche migliaio di persone e da tempo immemore, vivono di questa risorsa che non facciamo fatica ad ammettere è stata sfruttata senza una vera programmazione , ma che vede proprio nella programmazione la strada da percorrere per garantire a tutti di poter vivere serenamente.

Negli ultimi 10 anni questa attività ha perso più di mille lavoratori, nella quasi totalità sugli impianti di lavorazione mentre l’escavazione non ha subito grossi contraccolpi, essendosi il mercato orientato verso l’esportazione di materiale grezzo. Per arginare questo fenomeno congiuntamente con gli imprenditori abbiamo avviato ormai da quasi due anni un percorso di proposta di modifiche delle normative di settore che ci avrebbero dovuto portare ad una piccola rivoluzione industriale che valorizzasse un prodotto già di per se eccezionale in termini di proprietà fisiche del materiale come pure di valore culturale, si chiama nel mondo, non a caso Travertino Romano.

Da mesi cerchiamo di instaurare un dialogo costruttivo con l’amministrazione Comunale di Guidonia Montecelio, con l’intento di realizzare quel percorso virtuoso che consentirebbe la sopravvivenza di questa attività e per noi, la salvaguardia e realisticamente parlando anche l’incremento dell’occupazione con la riscoperta e la qualificazione di figure professionali elevate, a cavallo tra artigianato e arte. Purtroppo la rigorosa azione Amministrativa messa in campo dall’amministrazione comunale ha determinato un arresto di questo dialogo costruttivo, costringendoci al confronto su temi che poco spazio lasciano ai progetti visto che unico effetto di questo lavoro sono stati i licenziamenti già effettuati e quelli in procinto di essere fatti. Solo negli ultimi tre anni sono stati circa 200 i lavoratori licenziati con procedure sia individuali che collettive, ma il sistema ha reagito e buona parte di questi sono stati riassorbiti, perciò non si sono create quelle tensioni che un arresto quasi generalizzato dell’attività che si profila potrebbe originare.

Nell’ultima settimana di luglio sono arrivati, per la prima volta, provvedimenti di preavviso di revoca della concessione di escavazione ad aziende importanti del distretto, e se entro la prossima settimana non chiariscono la loro posizione i licenziamenti saranno inevitabili, come inevitabile, a quel punto, sarà la protesta. In una infuocata assemblea del 6 luglio scorso, i lavoratori hanno messo in discussione tutto e tutti perché di fronte allo spettro del licenziamento non si ragiona più con lucidità, e come OO.SS. abbiamo dovuto mettere in campo tutta la nostra forza di persuasione per riportare la calma, individuando un percorso da seguire con tempi brevissimi da rispettare.

Lunedì 9 luglio siamo stati subito convocati dal Comune, senza avere in verità risposte o rassicurazioni di sorta, fortunatamente già il giorno successivo è arrivata la convocazione della Regione per il 12 luglio, riuscendo a mettere intorno ad un tavolo tutti i soggetti coinvolti per tentare una mediazione che ponesse fine a questa situazione preoccupante. Come OO.SS. facendo ricorso a tutto il nostro senso di responsabilità abbiamo convocato una assemblea permanente nel parco pubblico di Villanova di Guidonia, portando virtualmente al tavolo in Regione tutti i lavoratori del distretto che sono compostamente rimasti in attesa che noi riportassimo le risultanze dell’incontro.

Non nascondiamo la complessità della situazione come pure le diverse visioni del problema, ma grazie ad un grande Assessore Manzella, che con pazienza e tenacia ha tenuto in piedi quel tavolo si sono fatti passi avanti non risolutivi ma determinanti ad una possibile soluzione. Registrata l’adesione di tutti ad un progetto condiviso di un nuovo modello produttivo, agli imprenditori è stato chiesto un impegno concreto e tangibile ad un nuovo corso, più attento alle tematiche ambientali e propositivo in tema di recupero dei siti non più produttivi. Al Comune di Guidonia Montecelio è stato chiesto di favorire questo progetto, ma anche di impegnarsi per la soluzione delle emergenze, con la collaborazione della Regione, per evitare i prossimi licenziamenti che comprometterebbero irreparabilmente ogni progetto futuro.

Su questi affidamenti e con un appuntamento già fissato per il 20 luglio prossimo in Regione il tavolo si è interrotto affidando ad ognuno il compito di trovare per quella data le soluzioni e le proposte concrete da inserire in uno strumento di programmazione sotto la supervisione della Regione Lazio. L’assemblea da noi convocata si è conclusa, non senza qualche disappunto, con la condivisione del percorso ed il nostro impegno come OO.SS. di monitorare ora per ora l’evolversi della situazione, mantenendo lo stato di agitazione e dando seguito allo sciopero proclamato nel momento stesso in cui ci dovessimo rendere conto che qualche meccanismo tenda ad incepparsi. La situazione è in evoluzione, ma il tempo è poco, e chi deve assumersi responsabilità lo deve fare ora, perché e in gioco la vita di centinaia di famiglie.

*Claudio Coltella, Segretario Generale Fillea Cgil Rieti – Roma Est – Valle dell’Aniene.

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