Come previsto, dopo il ritiro da parte del governo a seguito delle perplessità sollevate dal presidente Napolitano il giorno della vigilia di Natale, alcune norme del decreto "salva Roma" sono state inserite nel "Milleproroghe". L'esecutivo è stato costretto a rinunciare alla conversione in legge del decreto dopo che questo era stato caricato di numerosi emendamenti, che non avevano nulla a che fare con il bilancio di Roma Capitale.
In una conferenza stampa tenutasi nella giornata odierna, il presidente del Consiglio Enrico Letta ha spiegato che il decreto è stato ritirato per la eterogeneità delle norme venute fuori, ma al tempo stesso ha ammonito che "la non approvazione avrebbe comportato danni ai bilanci, come la materia fiscale col bilancio del comune di Roma".
Come spiega Il Sole 24 Ore, il milleproroghe dovrebbe imbarcare alcune misure che il Comune di Roma ha dato per scontate nell'approvazione del bilancio: il salva Roma prevedeva infatti che il Comune avrebbe potuto scaricare circa 400 milioni di debiti (sugli 864 emersi dai conti di Roma Capitale) sulla gestione commissariale. Durante l'esame da parte del Senato del salva Roma è stata cancellata la norma che prevedeva la possibilità per il Campidoglio di aumentare da gennaio l'Irpef (ora allo 0,9 per cento) di 0,3 punti. Non è escluso che la soluzione uscita dalla porta entri dalla finestra nel Milleproroghe.
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