Categorie: Cronaca

Duro colpo alla mafia nigeriana attiva a Catania: arrestati 10 latitanti

Sulla testa di 10 criminali, tutti fra i 25 e i 29 anni, da mesi pendevano varie e infamanti accuse. Fra le quali: associazione di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo. Membri della cosiddetta "mafia nigeriana".

Delinquenti che, ricercati in tutta Europa, sono stati tratti in arresto. Per fuggire alla Legge, si sono rifugiati in Francia e in Germania. L'individuo ritenuto la testa pensante dell'organizzazione, Happy Uwaya, e un altro soggetto sono stati arrestati a Parigi mentre gli altri hanno visto chiudersi le manette ai loro polsi a Nancy, Marsiglia, e in Germania, a Ratisbona.

Il mandato di arresto europeo ha preso corpo dall'ordinanza di custodia cautelare emessa il 26 gennaio dal gip di Catania.

Le indagini della Mobile di Catania, supportata dallo Sco hanno portato alla luce l'affiliazione di questi individui a un gruppo della mafia nigeriana transnazionale di matrice cultista e denominata 'Vikings' o 'Supreme Vikings Confraternity' (SVC), detta anche 'Norsemen della Nigeria', collegata ad una rete più ampia radicata nel Paese africano e diffusa in diversi Stati europei ed extraeuropei con una struttura gerarchica.  

I dieci accusati erano membri della cellula denominata 'Catacata M.P. (Italy Sicily) – De Norsemen Kclub International' operativa a Catania e in provincia, con base presso il Cara di Mineo. Con l'intimidazione e le armi, essi imponevano il proprio controllo territoriale. Clima di violenza che si manifestava nei numerosi scontri con organizzazioni rivali, al fine di assumere il predominio fra le varie comunità straniere presenti all'interno del centro di accoglienza.

Il commento del ministro dell'Interno Salvini: "Grazie agli investigatori e alle forze dell'ordine, nessuna tolleranza per mafiosi e delinquenti". Aggiunge, riferendosi ai latitanti nigeriani: "erano ricercati con l'accusa di associazione mafiosa, violenza sessuale e traffico di droga. Operavano a Catania e, secondo le accuse, avevano la base operativa nel Cara di Mineo che ora stiamo progressivamente svuotando". 

 

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