Emergenza affitti e decreto legislativo 23/2011

Un regalo dello Stato agli inquilini?

Affitti

Emergenza affitti

Nella trasmissione dell’11 dicembre 2013 di “Un giorno speciale” di Francesco Vergovich siamo tornati a occuparci dell’emergenza affitti, del d.lgs 23/2011 e delle sue pesanti ripercussioni sui piccoli proprietari di casa.
Per completezza d’informazione si è risaliti ai padri firmatari di questo discusso provvedimento legislativo: Berlusconi (Presidente del Consiglio), Tremonti (Ministro dell’Economia e delle Finanze), Bossi (Ministro per il Federalismo), Calderoli (Ministro per la semplificazione normativa), Fitto (Ministro per i rapporti con le regioni), Maroni (Ministro dell’Interno), Brunetta (Ministro per la P.A.), Alfano (Guardasigilli).

Hanno partecipatoalla trasmissione Massimo Pasquini (Membro della Unione Inquilini), Miuta Del Moro (piccola proprietaria) e il Dott. Domenico Colucci (Agenzia delle Entrate di Roma).

La signora Del Moro (da Firenze) ha raccontato il suo caso. Senza sapere dell’esistenza del decreto in questione ha registrato il contratto tardivamente per difficoltà economiche (è in cassa integrazione) pagando le sanzioni del c.d.“ravvedimento operoso”. L’inquilino, dopo essere stato contrario a registrare il contratto, fiutato l’affare,due mesi dopo la registrazione effettuata dalla proprietaria, ha registrato un altro contratto ai sensi del decreto legislativo ottenendo un nuovo contratto 4+4 anni ad un canone mensile irrisorio.

Da quel momento per la signora Del Moro sono iniziati due anni di vita estremamente difficile fatta di impotenza di fronte ad una legge così ingiustamente vessatoria a favore del suo inquilino. Inoltre sta subendo il paradosso di avere l’inquilino, cui lo Stato ha di fatto regalato la disponibilità della propria casa per otto anni, al piano di sopra e quindi di subire tensioni quotidiane fatte anche di insulti e minacce. Di questo contrasto tra proprietari ed inquilini, causato da questa normativa, si era già parlato nella precedente trasmissione ricordando che a Latina un proprietario di casa è stato ucciso dal suo inquilino proprio per motivi legati alla locazione.

Per il rappresentante dell’Unione Inquilini, Massimo Pasquini invece “non c’è nessuna lotta tra proprietari e inquilini. Ci sono solo proprietari che evadono le tasse”. Ha ricordato che la CGA di Mestre ha rilevato che in Italia ci sono 950.000 appartamenti affittati in nero con un’evasione di 5 miliardi di euro e con un mancato introito IRPEF di 1,5 miliardi. In buona sostanza, una situazione come quella creata dalla normativa vigente in cui l’inquilino può, anche confliggendo con il proprietario, consentire allo Stato di recuperare soldi va incentivato.

Alla obiezione del sottoscritto che non si sta discutendo dellabontà o meno della lotta alla evasione fiscale, ma che, nello specifico, si ritiene sbagliato ed illegittimo il modo con cui viene perseguita, in quanto il decreto è andato oltre la legge delega del Parlamento e contro alcuni principi cardine dell’ordinamento giuridico italiano, il signor Pasquini ha sostenuto che “ i ricorsi alla Corte non sono nel merito ma solo sull’eccesso di delega”.

E’ evidente che una tale affermazione è in contrasto con quanto affermato da ben cinque Tribunali italiani che hanno bollato di incostituzionalità il decreto in questione perché in contrasto con il principio della irretroattività delle norme, con il divieto per una norma tributaria di incidere su rapporti di natura privatistica e per l’eccessiva compressione del diritto di proprietà.

Il dott. Colucci dell’Agenzia delle Entrate di Roma ha dichiarato da parte sua, non senza un evidente imbarazzo, che “l’amministrazione finanziaria è stata chiamata a fare da arbitro tra locatori e conduttori senza averne i poteri. “
Ha spiegato che “il regime sanzionatorio del d.lgs 23/2011 è un regime di natura civilista inserito in una norma fiscale e tributaria che ha come presupposto la regolarizzazione di un contratto di locazione in nero” ed ha aggiunto: “Quando “purtroppo” (Colucci ha utilizzato proprio questo avverbio) un inquilino si presenta all’ADE dicendo di stare in affitto con un contratto non registrato, l’ Agenzia delle Entrate è obbligata “per legge” a prendere quella denuncia e a registrarla come contratto di locazione. “Come parere personale concordo che è una stortura del sistema , come ADE devo applicare la legge” – ha concluso.

Si è approfittato, a questo punto, di avere il responsabile dell’ADE per ottenere una “interpretazione autentica” sulla rilevanza dei famosi “allegati” che l’inquilino dovrebbe portare a corredo della propria denuncia (ricevute di pagamento, pagamenti di utenze ecc.). Alla fine il dott. Colucci ha dovuto candidamente ammettere che il contratto viene registrato anche in assenza di documentazione sulla base della sola dichiarazione unilaterale dell’inquilino.

E’ stato infine chiesto al signor Pasquini cosa ci fosse di vero nella voce che parlava di un possibile ulteriore rinvio da febbraio a maggio 2014 del pronunciamento da parte della Corte Costituzionale. Pur confermando sostanzialmente le voci circolanti, il signor Pasquini ha detto c che l’Unione Inquilini fa solo dei comunicati ufficiali quando c’è qualcosa di rilevante da comunicare.

Il medesimo ha invitato a mandare questo messaggio: registrate i contratti.
Alla contestazione che la legge riguarda anche tutti i contratti in corso al momento della entrata in vigore della stessa, per cui questo invito ha poco senso fino a che non venga dichiarato incostituzionale questo aspetto di irretroattività della norma, il signor Pasquini ha asserito che “è falso che il decreto sia retroattivo”….

Fortunatamente la legge è scritta e basta leggere l’art. 3 co. 8 e 9 del D.Lgs. 23/2011 per convincersi dell’esatto contrario.

 

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