Enzo Foschi lascia il Campidoglio

Dal Campidoglio alla segreteria del Pd romano: Foschi abbandona lo staff di Marino

Rimpasti in casa Pd, a Roma. Nell'incontro tra il segretario del Pd capitolino Lionello Cosentino, il sindaco Ignazio Marino e il caposegreteria del sindaco Enzo Foschi, è stato stabilito che proprio quest'ultimo, lascerà l'incarico e finirà nella segreteria del partito romano. Scelta inevitabile, di cui già da tempo si discuteve; d'altra parte, negli ultimi mesi il rapporto tra i 2 andava avanti tra le polemiche.

Marino e Foschi, però, non lasciano intendere nulla del genere. Anzi, questa è la versione ufficiale: "Per la sua esperienza e conoscenza – ha dichiarato Marino – abbiamo pensato che sarà strategico, in questa fase storica all'interno del Partito romano. Seppur consapevole della perdita di una figura di rilievo nel mio staff, sono certo che Enzo rappresenterà non soltanto un elemento essenziale per il rinnovamento del PD, partito di maggioranza relativa della mia Amministrazione, ma anche un punto di riferimento per Roma Capitale".
Da parte sua Foschi ha dichiarato che non c'è "nessun attrito con Marino e la sua giunta".

Certo è che con la fuoriuscita di Foschi, il Pd romano perde un punto di riferimento in Campidoglio, utile a tenere i rapporti con la maggioranza, a dialogare con essa, ma anche all'esterno. Tra l'altro Foschi è considerato un personaggio, nel Pd, vicino al presidente del Lazio Nicola Zingaretti. E' però altrettanto vero che Foschi, da quando la giunta si è insediata ad oggi, non ha brillato per meriti particolari – si veda il fallimento del dialogo con i vigili urbani.
Probabilmente alcuni ricorderanno l'ex caposegreteria solo per il tweet in cui definiva i giornalisti "black (nella versione originale del tweet non corretta: bleck) bloc". Oppure quello contro la Polverini ricoverata al Sant'Andrea per essere operata di tumore. Lo stesso Rocco Casalino potrebbe impallidire nel rileggerli.

Il passaggio di Foschi dal Campidoglio alla segreteria di partito fa discutere quanti credono che questa scelta vada nella direzione di creare una frattura proprio con Zingaretti.
Altri, invece, credono che Marino abbia voluto tagliare i legami con chi, insieme ai compagni di partito – l'attuale sindaco di Fiumicino ed ex capogruppo Pd Esterino Montino e all'ex consigliere Mario Perilli, e Giuseppe Parroncini – è coinvolto negli scandali dei rimborsi elettorali d'oro al Pd. Stessa storia, altri nomi. Da Fiorito in poi, sul banco della Procura, a turno, ci sono finiti un po' tutti, e tutti accusati di aver mangiato e dormito a spese dei contribuenti. Il Pd in particolare poi, dovrebbe rendere conto di 2milioni di euro.

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