Categorie: Cronaca

Equitalia e Agenzia Entrate: mediazione obbligatoria per legge

Per tentare di arginare la valanga di cause che vengono instaurate giornalmente contro il fisco il Governo gioca  la carta dei cosiddetti strumenti deflattivi, come la mediazione tributaria, che ora viene estesa anche ai procedimenti contro Equitalia.

È l’ultima trovata del Governo che, nei suoi intendimenti, tenta di cambiare il rapporto fra erario e cittadino.

Obbligo della mediazione:

Finora riguardava solo gli atti dell'Agenzia delle Entrate con valore non superiore ai 20mila euro.  

Con il decreto appena approvato dal Governo, la mediazione sarà obbligatoria per ogni tipo di controversia (anche in grado di appello) e nei confronti di tutti gli enti impositori, compresi gli enti locali. Saranno pertanto incluse anche le controversie catastali aventi ad oggetto il classamento e le rendite degli immobili di valore indeterminato.  

Equitalia e Agenti della riscossione:

Lo strumento della medazione obbligatoria viene ora previsto anche nei rapporti tra contribuente ed Equitalia. In futuro, quindi,  chi vorrà impugnare una cartella esattoriale dovrà prima procedere alla mediazione (che diventa così condizione di procedibilità del successivo ricorso giudiziario) e potrà ricorrere alla Magistratura solo in caso di fallimento di questa. 

Il procedimento di mediazione sospende i termini per la proposizione del ricorso e, durante il suo espletamento, si interrompe  l’esecutività dell’atto impugnato. 

A nostro parere, il Governo ancora una volta dimostra di non saper fare fronte alle proprie mancanze (carenza di personale, farraginosità e lungaggini delle procedure ecc.) e quindi onera i cittadini (in questo caso i contribuenti) ponendo sulle loro spalle il compito di ridurre il contenzioso a carico dell Stato.

E lo fa ponendo degli obblighi che precludono l'accesso libero e diretto dei cittadini a rivolgersi al Magistrato competente per l'accertamento della violazione di un proprio diritto.

L'istituto della mediazione e, soprattutto, la sua obbligatorietà (a parte i rilievi sulla sua scarsa utilità come strumento deflattivo, dimostrata dai poco incoraggianti risultati fin qui ottenuti in altre materie) è uno strumento molto controverso in diritto ed è stato bocciato anche dalla Corte Costituzionale.

Ciononostante, il Governo, rafforzando quello che ormai è diventato un conflitto istituzionale tra legislatore e magistratura costituzionale, ormai divisi da un baratro, l'ha reintrodotta fin qui per altre materie (locazioni, infortunistica stradale) come se nulla fosse.

E, con quest'ultimo provvedimento, la estende anche alla materia tributaria creando al contribuente un ulteriore ostacolo (come se questo non avesse già notevoli problemi) al libero esercizio del proprio diritto di rivolgersi alla Giustizia per veder riconosciuti i propri diritti.

A quando il prossimo (prevedibile) pronunciamento della Corte Costituzionale?

 

 

Redazione

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