Cronaca

Era già successo e proprio a Cisterna con un carabiniere. Nessun collega aveva colto i segnali della mente malata del finanziere

La questione di riconoscere segnali di squilibrio emotivo o psicologico in un collega, specialmente in ambienti altamente stressanti e responsabili come le forze dell’ordine, è complessa e importante. La capacità di individuare questi segnali e intervenire tempestivamente può essere cruciale per prevenire atti di violenza e garantire il benessere sia del personale che della comunità.

Prendere sul serio la salute mentale

E amareggia che ancora una volta un militare utilizzi l’arma d’ordinanza per compiere un omicidio, due omicidi, quasi tre. Sono femminicidi e avrebbero potuto essere tre, la terza vittima doveva essere la ex del maresciallo 27enne, il vero obiettivo, che è riuscita a fuggire grazie al sacrificio della madre. Un storia bruttissima che avevamo già visto proprio a Cisterna di Latina anni fa e che coinvolse allora un carabiniere. Vale per tutti ma a maggior ragione per chi ha la responsabilità dell’uso di un’arma nelle forze dell’ordine. Avvisaglie di un equilibrio che vacilla devono essere colte e segnalate ai superiori affinché certe tragedie non accadano. E sono anche a tutela del militare stesso che può essere curato ma al quale va subito tolta l’arma d’ordinanza.

Riconoscimento dei segnali di allarme

Molti professionisti delle forze dell’ordine operano in ambienti ad alta pressione che possono esacerbare o mascherare problemi personali, compresi quelli relativi alla salute mentale. La formazione specifica per riconoscere segnali di stress, ansia, depressione o altri disturbi psicologici può essere vitale. I segnali possono includere cambiamenti nel comportamento o nell’umore, isolamento sociale, espressioni di disperazione o commenti che suggeriscono pensieri autolesionisti o di violenza verso altri.

La Cultura del supporto

Una cultura del supporto all’interno delle forze dell’ordine che incoraggi la comunicazione aperta e senza giudizi riguardo alla salute mentale è fondamentale. Spesso, c’è una stigma associato alla richiesta di aiuto per questioni di salute mentale, specialmente in un contesto professionale che valorizza la forza e la resilienza. Creare un ambiente in cui i membri del personale si sentano a loro agio nel discutere delle loro lotte senza paura di ripercussioni è essenziale.

Interventi e risorse

Le forze dell’ordine dovrebbero avere accesso a risorse di supporto psicologico, inclusi consulenti o psicologi professionisti, programmi di assistenza ai dipendenti (EAP), e linee guida chiare su come gestire le situazioni in cui un collega sembra essere in difficoltà. La formazione per i supervisori su come affrontare queste questioni con sensibilità e discrezione può aiutare a garantire che gli individui ricevano il supporto di cui hanno bisogno.

Responsabilità condivisa

È importante riconoscere che, mentre i colleghi e i supervisori giocano un ruolo cruciale nel riconoscimento dei segnali di allarme, la responsabilità del benessere psicologico di un individuo è multilivello. Questo include il sistema più ampio delle forze dell’ordine, le politiche sanitarie pubbliche, e la società nel suo complesso. Ogni livello deve lavorare insieme per fornire una rete di sicurezza efficace.

Gli eventi tragici, come quelli di cui abbiamo parlato, sottolineano l’importanza di prendere sul serio la salute mentale all’interno delle forze dell’ordine. Incoraggiare una cultura di supporto e attenzione, fornire formazione adeguata, e assicurare che ci siano risorse disponibili sono passi fondamentali per prevenire future tragedie. La salute mentale dovrebbe essere considerata con la stessa serietà della preparazione fisica e tecnica, essendo tutti aspetti vitali per la sicurezza e l’efficacia delle forze dell’ordine.

Francesco Vergovich

Giornalista, conduttore radiofonico. Costruisce la sua carriera su Radio Radio attorno ad alcune personalità brillantissime della nostra epoca ai quali sarà sempre grato: Nantas Salvalaggio, Marco Guidi, Gianni Melli, Roberto Gervaso, Giampaolo Pansa, Oliviero Beha, Giampiero Mughini, Mario Tozzi. Dal 2013 è Direttore di "RomaIT" e de "Il Quotidiano del Lazio".

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