Categorie: Interviste

Esce in libreria “22 un angelo senza Dio”, di Abiel Mingarelli

Il libro appena uscito nelle librerie è il suo secondo romanzo. Rispetto al precedente lavoro "Il sogno di Dèan" lo scenario che il lettore si trova di fronte è molto diverso seppure con lo stesso denominatore. Ovvero: la famiglia, o quello che essa può rappresentare. Ci vuole spiegare di cosa si tratta?

Certamente. Innanzitutto penso che per un bambino sia di vitale importanza sentirsi amato e protetto all’interno della famiglia in cui vive. E personalmente, sotto questo punto di vista posso ritenermi fortunato, perché da figlio quale sono stato, l’ho vissuto in tutti i suoi aspetti. Da qui nasce il mio credo che ogni bambino abbia il diritto di vivere da figlio amato. Comunque è vero, tra i due romanzi potremmo dire che c’è una linea invisibile che li unisce ma anche un’altra che li distingue. In entrambi c’è una ricerca del sogno da esaudire, quello di diventare una famiglia. Nel primo romanzo, il sogno da realizzare era di un adolescente. Al contrario, in questo nuovo scritto, è di una coppia sposata. Ma come si può ben comprendere il punto focale rimane quello del sentimento universale, e cioè dell’amore

Lei crede molto nel progetto famiglia tanto da aver combattuto insieme a sua moglie pur di riuscire in quel percorso lungo e difficile quale è quello dell’adozione. Sbaglio?

No! Non si sbaglia. Noi siamo riusciti ad adottare un bambino bielorusso che non aveva più i genitori, e per farlo ci sono voluti più di due anni e mezzo. In un certo senso possiamo ritenerci fortunati rispetto ad altre realtà molto più lunghe e difficoltose. In questa ardua impresa abbiamo tenuto duro sia noi che lo stesso bambino. Prima di essere adottato sentivamo il bambino al telefono a giorni alterni, e la sua vocina era sempre triste. Lui ci diceva che gli mancavamo, e che non voleva più stare in istituto. Per lui, io e mia moglie, ormai eravamo diventati i suoi nuovi genitori. E il sentirlo triste ci uccideva dentro ogni volta. Di fronte al suo dolore ci sentivamo impotenti, e l’unica arma che avevamo a disposizione era quella della consolazione. Ma non bastava. Alla fine, però, come vede, l’amore trionfa sempre.

Sappiamo che il romanzo è autobiografico, ci può spiegare cosa racconta senza entrare nei dettagli…

22 un angelo senza Dio, è la storia di una coppia felicemente sposata giunta alla soglia dei cinquant’anni ma senza aver realizzato il loro desiderio maggiore, quello di avere un figlio. Tuttavia, un giorno, inaspettatamente, sulla loro strada incontrano un adolescente che entra a far parte sempre di più della loro quotidianità. L’incontro tra la coppia e il giovane fa scattare da entrambe le parti un sentimento forte ed immediato, capace di far cambiare i progetti di vita dei due adulti. Il feeling che nasce fra i tre è impressionante, e la conoscenza si trasforma da subito in un rapporto del tipo genitori-figlio. Insomma, ciò che accade è inimmaginabile. Quello che è in grado di fare il sentimento dell’amore è davvero indefinibile. E soprattutto, riesce a tirar fuori dalle persone cose che altrimenti non avrebbero mai espresso in tutta la loro vita. Purtroppo, però, quando l’amore si dona e non trova confini nel donarsi, riesce sempre a far venire a galla le paure più recondite. Per concludere dico che di sicuro questa è una storia dove l’emozione e l’imprevedibilità guideranno il lettore fino alla sua conclusione, facendogli battere il cuore un po’ di più.

Guardandoci in giro, in un video-spot che lei e l’attore Antonello Fassari avete prodotto, abbiamo sentito parlare del progetto di beneficenza che c’è dietro alla vendita del suo romanzo. Ce lo può raccontare?

Innanzitutto devo ringraziare Antonello, perché oltre ad essere un caro amico che mi ha sempre saputo ascoltare e consigliare, è anche una persona con un gran cuore. Quando gli ho detto che c’erano da aiutare dei bambini, lui ha accettato senza esitare un istante. Devo dire che si è appassionato subito a questo progetto così come per la mia vicenda dell’adozione. Insomma, Antonello Fassari è anche questo. Ritornando alla sua domanda, rispondo dicendo che nella fase finale dell’adozione di mio figlio, io e mia moglie abbiamo dovuto vivere per circa un mese a Minsk. In quel periodo siamo entrati in contatto con la dura realtà dei bambini bielorussi che vivono in istituto. Ci ha colpiti molto il loro bisogno d’affetto, perché tra quei bambini c’è chi non l’ha mai ricevuto e chi invece gli è stato interrotto troppo presto. Naturalmente i motivi di tutto ciò sono molteplici e di varia natura. Una piccola opera benefica siamo riusciti a farla già in quel mese. Difatti, grazie ad una piccola raccolta di fondi fatta tra amici prima di partire, abbiamo potuto comprare vestiti e cibo per i bambini. La gioia che ho visto nei loro occhi non potrò mai dimenticarla. Era vera, era sincera. Ed è stata proprio questa meravigliosa sensazione che ha fatto nascere nel cuore mio e di mia moglie l’idea di mettere a disposizione i ricavati della vendita del mio romanzo, per accogliere i bambini in Italia nel periodo estivo con la più grande Associazione Onlus d’Italia quale è la Puer. Insomma, se le persone comprenderanno questo progetto, allora riusciremo a regale un po’ di gioia e di serenità made in Italy a questi bambini innocenti.

Bene. Un’ultima domanda ma forse la più importante per lei. Cosa significa per uno scrittore avere su entrambi i suoi romanzi la prefazione scritta da due autorevoli persone del mondo del cinema. Mi riferisco al produttore Antonio Avati, e al grande regista Pupi Avati.

Sono contento che mi faccia questa domanda. L’aspettavo con ansia! Potrei parlare all’infinito di queste due persone per me molto speciali. Potrei anche raccontarvi tutte le cose che senza farmele mai pesare hanno fatto per me, giudicandole sempre da poco. E quanti insegnamenti mi hanno trasmesso. Uno su tutti: l’umiltà. Già proprio così! Non troverò mai le parole giuste per esprimere tutta la mia riconoscenza nei loro confronti. Il valore che hanno marchiato sui miei romanzi è inestimabile. Sa una cosa? Ogni santo giorno ringrazio Dio per avermi concesso il dono della loro amicizia. Dico questo con molta sincerità, e se riuscirò a raggiungere il grande obiettivo sarà stato soprattutto grazie a queste due persone che resteranno in eterno nel mio cuore.

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