Fiumicino, 200 lavoratori manifestano contro i licenziamenti

Sindacalisti protestano insieme ai lavoratori contro l’aeroporto di Fiumicino, definito “un laboratorio di precarietà”

L’USB, unione sindacale di base,  è al fianco dei lavoratori che questa mattina hanno manifestato di fronte all’aeroporto Leonardo Da Vinci contro i 450 licenziamenti avvenuti il 31 dicembre scorso dei dipendenti Groundcare, l’handler di Fiumicino e Ciampino fallita il 29 maggio 2014 e in regime di esercizio provvisorio. Oltre 200 lavoratori hanno sfilato, causando ritardi al traffico in entrata all'aerostazione. Alla protesta ha preso parte anche un gruppo di lavoratori di Argol, di Alitalia Cai, licenziati pochi mesi fa, e di ex lavoratori di Alitalia Lai, che a breve vedranno scadere tutti gli ammortizzatori sociali.

"Nonostante si continui a registrare aumento di traffico passeggeri e sviluppo, questo aeroporto è diventato un laboratorio di precarietà, in cui si licenziano lavoratori per sostituirli con altri lavoratori a basso costo”, è il duro commento di Susi Ciolella, dell’Esecutivo Provinciale Confederale USB. "Con una mano si stanziano miliardi per l'espansione e lo sviluppo del sedime aeroportuale – prosegue Ciolella – mentre con l'altra si permette alle aziende di licenziare senza il rispetto dei criteri, lasciando in mezzo alla strada genitori di disabili o famiglie monoreddito in quello che è diventato un vero e proprio far west, senza regole né diritti".

Aggiunge la sindacalista: "Il presidio si è concluso con l’appuntamento per una imminente assemblea pubblica dove verranno condivise nuove iniziative di lotta.  Quello di oggi rappresenta un primo passo per rimettere al centro la questione lavoro nel polo industriale più importante del centro-sud. Alle istituzioni l'USB chiede un intervento forte sul tema della riqualificazione e ricollocazione, in un industria dove il lavoro c'è".

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