FONDIfilmFESTIVAL 2013

Letteratura e cinema sono al centro del programma del FONDIfilmFESTIVAL per la giornata di venerdì 27

Letteratura e cinema sono al centro del programma del FONDIfilmFESTIVAL (24-29 Settembre, Auditorium comunale di Fondi – LT) per la giornata di Venerdì 27.
Alle ore 19.30 la Sala convegni del Castello Caetani ospiterà la presentazione del libro postumo di Adriano Guerra “La talpa di Waterloo” (2013, ed. Ediesse) a cura del regista Roberto Andò e dei giornalisti Bruno Gravagnuolo e Valentino Parlato.

Figure di primo piano del romanzo sono due intellettuali: Paolo Pinzani, che si presenta dopo l’89 come il protagonista di una «onesta revisione e fedeltà» agli ideali del comunismo italiano, e Filippo Ottonieri, che abbracciando atteggiamenti attribuibili a una certa sinistra estrema proclama il rigetto della politica e della speranza di ogni rinnovamento della società. Uno scontro che ha come sfondo i primi anni del nuovo secolo e l’interrogativo di come comportarsi dopo il crollo del muro di Berlino, se si è stati intellettuali comunisti sino in fondo, pur con molte perplessità e incertezze, ma sempre col senso dell’appartenenza al Pci. Altri temi del libro sono lo scontro tra giovani e meno giovani sul futuro della politica italiana e le trasformazioni delle città sotto la spinta del capitalismo rampante.

Adriano Guerra (1926-2011) è stato dal 1966 al 1971 corrispondente da Mosca per «l’Unità» e poi editorialista dello stesso quotidiano e uno dei massimi esperti delle vicende dei paesi dell’Est europeo. Da queste esperienze e studi nascono numerosi saggi: “Gli anni del Cominform”, “Dopo Breznev”, “La Russia post comunista”, “Il crollo dell’Impero sovietico”, “Urss, perché è crollata”, “Comunismi e comunisti”, “Di Vittorio e l’ombra di Stalin” (con Bruno Trentin) sino all’ultimo e attualissimo “La solitudine di Berlinguer. Dal no a Mosca alla questione morale”. Lo stile di Guerra si è sempre caratterizzato per l’estremo rigore della ricerca storica. Ciò che viene raccontato è però proposto al lettore in modo problematico così da sollecitarne sempre, oltre le certezze, anche i dubbi.

La giornata ospita anche la proiezione di due film di Roberto Andò, cui è dedicata una specifica sezione: alle ore 17.00 il noir “Sotto falso nome” (2004) interpretato da Daniel Auteuil, e alle 21.00 “Viva la libertà” (2013), che il regista introdurrà al pubblico del FONDIfilmFESTIVAL in una conversazione con il direttore artistico Marco Grossi.
Roberto Andò è un artista “totale”, anche se il cinema resta il suo primo amore. Alle spalle ha, oltre agli studi di filosofia, la collaborazione con mostri sacri del cinema come Francesco Rosi, Federico Fellini, Michael Cimino e Francis Ford Coppola. La sua grande professionalità si è espressa – oltre che nel cinema – nella regia teatrale e d’opera, nella multimedialità, aprendosi anche alle scene europee. Ha diretto le Orestiadi di Gibellina e il Festival sul Novecento di Palermo.

Fra gli spettacoli più emblematici della sua personalità artistica: “La Foresta – radice – labirinto”, elaborazione da un testo inedito affidatogli da Italo Calvino, con scene di Renato Guttuso; “La sabbia del sonno”, azione per musica e film su musiche di Luciano Berio e Marco Betta; l’opera multimediale “Frammenti sull’Apocalisse”, interpretata da Moni Ovadia; i video “Robert Wilson/Memory Loss”, “Per Webern 1883-1945: vivere è difendere una forma” e “Ritratto di Harold Pinter”. Nel 1999 cura la regia al Teatro Massimo di Palermo di “Le Martyre de Saint Sébastien” di Gabriele D’Annunzio e Claude Debussy. Nel 2001 mette in scena a Palermo “La stanza” e “Anniversario” di Harold Pinter (che verrà replicato in tutta Italia per oltre un anno) e “Il Flauto Magico di Mozart”; l’anno successivo, al Teatro San Carlo di Napoli, il “Tancredi” di Rossini. Nel 2012 cura la regia teatrale del thriller morale “The country” del drammaturgo inglese Martin Crimp.

Esordisce dietro la macchina da presa con “Diario senza date” (1995), un amalgama visivo tra saggio, documentario e fiction. Nel 2000 realizza il suo primo lungometraggio di finzione, prodotto da Giuseppe Tornatore: “Il manoscritto del Principe”, molto apprezzato dalla critica internazionale, cui fa seguito nel 2002 il documentario “Il cineasta ed il labirinto. Ritratto di Francesco Rosi”. Nel 2004 esce nelle sale “Sotto falso nome” – un film ricco di spunti di riflessione sul rapporto tra arte e artista, sull’impossibilità di sottrarsi al passato, sulla debolezza dei sentimenti – cui fa seguito “Viaggio segreto” (2006), ispirato al romanzo “Ricostruzioni” di Josephine Hart, interpretato da Alessio Boni, Valeria Solarino, Donatella Finocchiaro, Claudia Gerini, Marco Baliani ed Emir Kusturica.
Nel 2012 pubblica il suo primo romanzo, “Il Trono vuoto” – che ottiene il Premio Campiello Opera Prima – da cui l’anno successivo trae il film “Viva la libertà”, premiato con il Nastro d’Argento e il David di Donatello per la migliore sceneggiatura.

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