La Procura di Cassino (Fr) ha aperto un fascicolo di indagine in relazione alla morte di Lucia Chiarelli avvenuta l’11 luglio scorso a Formia, in provincia di Latina.
La donna allarmata da alcuni dolori al petto e al braccio sinistro si era recata con il marito al Pronto Soccorso dell’ospedale Dono Svizzero ma per i medici non si trattava di infarto bensì di Covid, a cui era risultata positiva dopo un tampone effettuato in ospedale. Per i sanitari che la visitano i dolori della donna sono legati al virus e, a detta dei denuncianti, i dottori non indagano su una eventuale natura cardiaca dei sintomi accusati dalla paziente.
Dopo un’ora e trenta circa, Lucia viene dimessa dal Pronto Soccorso con la diagnosi di “dolore torace in Covid positiva”. I medici le prescrivono la classica terapia farmacologia in caso di contagio e le impongono l’isolamento fiduciario domiciliare. Marito e moglie tornano a casa. Il marito va ad acquistare i farmaci prescritti dai sanitari in farmacia e, tornato a casa, somministra alla moglie le gocce di uno dei medicinali, quando la donna crolla a terra esanime.
Sul posto arrivano prontamente gli operatori del Pronto Soccorso di Formia, lo stesso cui la coppia era stata poco prima. I sanitari trovano la 68enne già priva di battito cardiaco e respiro, e cercano con tutte le manovre possibili di rianimarla, ma purtroppo senza successo. Alle 11:31 viene dichiarata la morte di Lucia Chiarelli.
Il procedimento, avviato dopo un esposto presentato dai familiari della donna, è al momento contro ignoti. Il Pm titolare dell’indagine, tramite i carabinieri di Formia, ha acquisito e posto sotto sequestro tutta la documentazione clinica e ha disposto l’autopsia per cercare di chiarire le cause del decesso. L’accertamento tecnico irripetibile verrà effettuato dopo la riesumazione della salma. (ANSA)
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