Francesco, potenza di un nome

di Massimo Persotti

Fino a ieri sera quanti di noi sapevano che nella storia millenaria della Chiesa mai un Papa si era chiamato Francesco? Nonostante Francesco d’Assisi continua ad essere uno tra i santi più amati e venerati e nonostante quattro pontefici francescani. Abbiamo avuto ben 23 Giovanni, 16 Gregorio e Benedetto, 14 Clemente e via scorrendo fino ai 4 Sergio, Anastasio, Eugenio e Onorio.

Mai un Papa di nome Francesco. Certo, c’è chi nella capitale sostiene che un Francesco I a Roma c’è già da tempo e su Facebook circola un divertente fotomontaggio con Francesco Totti vestito da Papa. E a rafforzare la tesi, sul celebre blog satirico Spinoza compare questo post: “Il nome Francesco testimonia la scelta di stare vicino ai poveri. E subito a ridosso delle punte”.

Eppure la battuta contiene una verità, una delle chiavi di interpretazione del perché il neo-papa Jorge Maria Bergoglio abbia scelto proprio il nome Francesco. Una scelta definita per certi versi rivoluzionaria giacché se è vero il detto “nome omen”, Francesco incarna alcune virtù del “poverello d’Assisi” che applicate alla Chiesa moderna, colpita in questi ultimi tempi da scandali e altro che ne hanno minato la forza, appaiono per certi versi inverosimili.

Come scrive Mario Ajello sul Messaggero, se Bergoglio “si fosse chiamato Leone o Gregorio avrebbe dato il significato di una Chiesa trionfante. Invece in Francesco c’è il simbolo di una Chiesa dolente”. Povertà, evangelizzazione, umiltà, pace, fraternità, obbedienza … le parole-chiave che il nome Francesco evoca nel mondo dei fedeli. E in tanti, cristiani e non, sperano di ritrovarle applicate durante il pontificato di Bergoglio.
 

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