Frosinone, uccisero il figlio di 2 anni mentre facevano sesso: condannato anche il padre di Gabriel

I giudici hanno condannato anche il padre di Gabriel Feroleto, Nicola, per l’omicidio del piccolo di 27 mesi

Gabriel Feroleto

Gabriel Feroleto

Era l’aprile 2019 quando Donatella Di Bona ha ucciso, il figlioletto di soli 27 mesi perché “covava nei suoi confronti un risentimento”.

Lei e il padre di Gabriel stavano consumando un rapporto sessuale in macchina quando il piccolo ha iniziato a piangere. La richiesta di Gabriel di tornare a casa ha provocato secondo i giudici la reazione violenta della madre che lo ha afferrato e portato fuori dalla macchina e per diversi minuti lo avrebbe soffocato, con la mano sulla bocca e sul naso. Il bimbo che ha cercato in ogni modo di divincolarsi. Il padre davanti a questa scena non avrebbe fatto nulla per fermare la donna. I due non stavano più insieme ma si erano visti per un rapporto sessuale.

Gabriel Feroleto

Gabriel Feroleto: condannato anche il padre per l’omicidio del piccolo

Secondo i giudici anche nelle ore successive all’omicidio avvenuto in località Volla a Piedimonte San Germano, provincia di Frosinone, “la donna non avrebbe mostrato un reale pentimento”.

Sono queste le motivazioni che avevano spinto il Gip del tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, a condannare la trentenne all’ergastolo.

I giudici della Cassazione ora hanno condannato Nicola Feroleto a 24 anni di carcere per l’omicidio del piccolo Gabriel. La mamma Donatella è già stata condannata a 14 anni.

Oggi l’iter processuale per l’omicidio di Gabriel Feroleto il bimbo di due anni e mezzo ucciso dai genitori nell’aprile del 2019, si è definitivamente concluso con la condanna definitiva anche del padre Nicola Ferleto.

Secondo la Cassazione Donatella Di Bona è arrivata a commettere l’omicidio perché priva di quel sostegno istituzionale necessario in una situazione di degrado sociale così grave. L’assenza di assistenti sociali e di reti di aiuto psicologiche, avrebbero abbandonato la donna e il piccolo alla loro condizione.

Intanto la nonna di Gabriel e lo zio disabile da quasi quattro anni sono senza una casa perché la loro, quella dove viva anche il bambino, è stata sequestrata. La Cassazione ieri ha dissequestrato l’immobile alla Volla ma l’anziana donna non ha più una residenza. Di Bona si trova invece nel carcere femminile di Rebibbia.